
Le parole del pool che ha condotto le indagini-lampo che hanno portato agli arresti di oggi. S'infiamma il dibattito politico: le opposizioni chiedono le dimissioni di massa. Falcomatà: «»
L'affondo della Procura. «Non siamo di fronte a un sistema che nasce nell’immediatezza delle elezioni, ma origina già dal 2018. Non è chiaro il grado di inquinamento dell’intera tornata elettorale al Comune di Reggio Calabria: ci sono diversi livelli di responsabilità e noi siamo chiamati a indagare quelle penali». Usa un tono perentorio Giovanni Bombardieri, capo della Procura di Reggio Calabria. La posizione del magistrato sul "Sistema Castorina", che avrebbe portato alle urne e fatto votare dei cittadini addirittura deceduti, è chiarissima: «C’è un quadro delittuoso più ampio e l’indagine non si è conclusa. Dalle indagini si evidenzia la mancanza di controllo della macchina burocratica, una sciatteria amministrativa, la partecipazione funzionale a dei vantaggi personali e l’arroganza di soggetti che hanno nominato scrutatori in maniera illegittima con indicazione del seggio dove erano stati destinati». «Quello che si è verificato col consigliere eletto Castorina – ha spiegato il procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni – e in passato con altri soggetti è frutto anche di un sistema di controllo delle elezioni che consente tutto questo. È un sistema antiquato che dovrà essere rivisto, altrimenti con altri “escamotage” potrebbe essere alterata la volontà popolare».
La posizione del Sindaco. Sulla vicenda è intervenuto pressocché in contemporanea con la conferenza stampa degli inquirenti, Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria. Il primo cittadino - sul cui "staff" la Procura ha lasciato intendere di intraprendere nuovi accertamenti - si è detto garantista rispetto alle posizioni degli indagati con un riferimento particolare all'attuale assessore al Welfare, Demetrio Delfino, indagato a piede libero con l'accusa di abuso d'ufficio: «Massima fiducia in Delfino che ha svolto il ruolo di presidente del Consiglio comunale in maniera impeccabile nella passata consiliatura e adesso sta facendo un gran lavoro da assessore al Welfare. È una persona straordinaria e piena di umanità e sono sicuro che riuscirà a chiarire la sua posizione». Rispetto alla possibilità di tornare alle urne Falcomatà è stato perentorio coi cronisti giunti a Palazzo Alvaro per la presentazione dei suoi nuovi delegati metropolitani: ««Si tratta di un’attività indagine inerente 7 sezioni e 99 voti. Ciò vuol dire che hanno votato altre migliaia di persone legittimamente. Esiste un’indagine aperta e queste valutazioni vanno fatte alla conclusione dell’iter degli inquirenti». Nessun passo indietro dalla maggioranza di centrosinistra quindi che però accusa il colpo del "Sistema-Castorina".
L'ira delle opposizioni. Il giornalista e massmediologo Klaus Davi, già candidato a sindaco di Reggio Calabria, chiede il ritorno al voto senza se e senza ma: «Dopo i clamorosi ultimi sviluppi investigativi che hanno visto coinvolti altri esponenti della giunta Falcomatà nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sui presunti brogli avvenuti in occasione delle amministrative dello scorso settembre nel capoluogo di provincia, ci sono 100 motivi per tornare a votare. Per molto molto molto meno è stato sciolto il consiglio comunale di Africo e sono state imposte nuove elezioni a Lamezia Terme. Adesso è venuto il momento di Reggio Calabria. Il Ministero degli Interni si faccia sentire»
«La notizia di stamane del proseguimento delle indagini della digos di Reggio Calabria, coordinate dalla Procura della Repubblica, che ha portato all'arresto di altre sei persone, non lascia più spazio a dubbi. Siamo di fronte ad un sistema congegnato per alterare il libero esercizio del voto delle comunali dello scorso settembre». Questa la dura presa di posizione di Denis Nesci Commissario FDI.
«Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sui brogli elettorali con nuovi arresti, come comunicato dalle Autorità questa mattina, e il sindaco Falcomatà, contestualmente alla conferenza stampa, come se nulla fosse, distribuisce deleghe alla Citta Metropolitana, come Figurine Panini ai suoi soldatini e si prepara anche a farlo con i suoi consiglieri comunali. Il senso di responsabilità di questa amministrazione è pari allo zero. Rimango garantista ed attendo, come tutti, gli sviluppi di questa inquietante vicenda, nonché le decisioni delle Autorità competenti, ma dal punto di vista comunicativo, morale, sociale e politico, sembra che nulla sia accaduto; continuiamo ad assistere alla presenza di un sistema che nasce dalla bramosia di potere, ma con azioni che sarebbero degne del film “Amici miei” e cosa accade? La polvere viene nascosta sotto i tappeti mentre, come riferito in conferenza stampa, le indagini sono ancora in corso». A dichiararlo è Filomena Iatì, consigliera comunale per le liste a sostegno di Angela Marcianò alle ultime comunali.