Infanzia violata, il procuratore Di Palma: «Tante le vittime silenziose»
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Il Cammino sinodale, entrato nel vivo del secondo anno della “fase narrativa”, è stato al centro della sessione straordinaria del Consiglio episcopale permanente, che si è svolta il 16 novembre a Roma, sotto la guida del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Ai lavori ha preso parte anche l'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Fortunato Morrone.
Il cardinale Zuppi, in apertura dei lavori, ha sottolineato che «il percorso che le Chiese in Italia stanno vivendo è un momento importante di ascolto, anche per capire perché tanti non si sentono ascoltati da noi; per non parlare sopra; per farci toccare il cuore; per comprendere le urgenze; per sentire le sofferenze; per farci ferire dalle attese; per parlare a tutti».
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Secondo il cardinale, «una delle novità più grandi, uno dei segnali più positivi è la rete dei referenti diocesani: circa 400 che in questi mesi si sono spesi nelle diocesi, promuovendo iniziative, producendo sussidi e inventando strade nuove per realizzare l’ascolto».
«Sono stati i primi – ha osservato – a mettersi in gioco, ad accettare la sfida del cambiamento, a sperimentare un modo diverso di lavorare insieme». Il presidente della Conferenza episcopale italiana non ha mancato di esprimere «preoccupazione» per le sofferenze della gente e per le «pesantissime ricadute di una guerra folle, che auspichiamo e preghiamo sia fermata subito per il bene di tutti», condividendo le parole pronunciate da Papa Francesco all’Udienza generale di ieri: «Preghiamo affinché il Signore converta i cuori di chi ancora punta sulla guerra e faccia prevalere per la martoriata Ucraina il desiderio di pace, per evitare ogni escalation e aprire la strada al cessate-il-fuoco e al dialogo».
Il Consiglio permanente ha ribadito la validità dei gruppi sinodali, soffermandosi sulla proposta dei tre “cantieri sinodali” (della strada e del villaggio; dell’ospitalità e della casa; delle diaconie e della formazione spirituale) comuni a tutte le diocesi italiane, secondo il documento “I cantieri di Betania” e il successivo Vademecum metodologico “Continuiamo a camminare”.
I cantieri, hanno sottolineato i vescovi, «possono aiutare nell’esercizio di apertura ai mondi che non ci appartengono, quelli con cui pensiamo di non aver nulla da spartire perché sono lontani dall’esperienza cristiana o perché fanno paura». Con l’invito a osare sempre di più, con grande creatività.
Il Consiglio ha poi approvato il testo dell’organigramma del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. In premessa viene ricordato che “agli organi statutari della Cei (in particolare Assemblea generale, Consiglio episcopale permanente, Presidenza) spetta la responsabilità di accompagnare i lavori del Cammino sinodale e di compiere le scelte di fondo, in base alle specifiche competenze”. Per sostenere il percorso a livello nazionale, viene costituito un servizio di coordinamento composto dall’Assemblea dei referenti diocesani, dal Comitato nazionale del Cammino sinodale, dalla Presidenza del Comitato nazionale. Ora si procederà a designare i membri del Comitato e della Presidenza.
Un «ampio confronto» ha accompagnato, durante i lavori del Consiglio episcopale permanente, la presentazione della prima stesura della "Ratio nationalis" per la formazione nei seminari d’Italia che intende aggiornare «La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme per i seminari» del 2006, testo già allineato con le indicazioni di “Pastores dabo vobis” (1992) e ancora punto di riferimento essenziale per tutti i formatori in Italia.
Gli aggiornamenti più significativi riguardano i capitoli relativi alla “Tappa propedeutica” e all’“Itinerario formativo” del Seminario maggiore. L’obiettivo finale è quello di elaborare un testo puntuale, ma aperto ad ulteriori sviluppi, in linea cioè con i grandi cambiamenti epocali, con il Sinodo della Chiesa universale e con il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia.
L’esame del testo proseguirà nei prossimi mesi, coinvolgendo le Conferenze episcopali regionali, per presentare alla sessione primaverile del Consiglio permanente la versione definitiva che verrà poi portata all’Assemblea generale del maggio 2023.
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