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Il 6 novembre scorso è stato benedetto e presentato alla comunità parrocchiale della Candelora, all’interno dell’aula liturgica, uno spazio riservato al culto di San Gaetano Catanoso, alla presenza dell’arcivescovo Fortunato Morrone che, insieme al parroco don Luigi Cannizzo, ha accolto i fedeli.
Conclusa la Santa messa è stato presentato e benedetto un busto raffigurante San Gaetano Catanoso, realizzato grazie alla magistrale spiegazione del professor Piero Sacchetti, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Presenti, fra gli altri, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Guerrini, il delegato del Sovrano Militare Ordine di Malta Antonio Ramirez, l’architetto Renato Laganà della Commissione diocesana Arte Sacra e i familiari del santo, già parroco della Candelora.
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Per chi entra nella chiesa della Candelora, scorgere e soffermarsi davanti a questa opera, voluta fortemente da don Luigi Cannizzo, è molto semplice poiché è fruibile da parte di tutti coloro si trovano nell’aula liturgica, infatti il busto di san Gaetano si trova in una delle nicchie site nelle navate laterali della chiesa.
Il professor Sacchetti nella sua attività di direttore dei lavori e nella cura usata per l’allestimento, ha assimilato il gusto allo studio quotidiano realizzando un’opera altamente significativa e originale. Dalla scelta dei materiali e posizionamento del piedistallo che sorregge il busto, al rivestimento della nicchia che ne custodisce lo stesso, utilizzando materiali che armonizzano e conciliano gli effetti cromatici messi in risalto dai fasci di luce realizzati per la sua valorizzazione.
Il busto di San Gaetano Catanoso è stato modellato con grande maestria. La testa del Santo realizzata dall’artista è di un vigoroso naturalismo, frutto di un accurato studio anatomico il cui risultato finale restituisce un’opera molto fedele all’originale, con una grazia espressiva del viso dalla forte caratterizzazione somatica attinente all’iconografia del Santo, e similmente le mani congiunte e protese in avanti tengono in mano la coroncina del Santo Rosario, altro pezzo particolare dell’opera, realizzato con pietre dure.
Ai lati del Busto sono custodite in apposite teche l’effige del Volto Santo di Cristo scorto dal Santo nel volto degli ultimi e la stola da lui stesso indossata per quasi vent'anni quale parroco della in origine parrocchia “Santa Maria della Purificazione”, oggi “Santa Maria della Candelora”.
«Il San Gaetano - ha detto don Luigi Cannizzo, parroco della Candelora - cosi realizzato in questo busto, non vuole solo essere una delle più alte espressioni artistiche della devozione reggina verso il santo, ma può essere considerata come una sorta di palladium della città. Un segno concreto della benefica presenza del santo tra le case dei suoi figli in un momento tanto difficile come quello che stiamo attraversando».
Le parole del vescovo Morrone nella sua omelia hanno rimandato al tempo in cui San Gaetano è stato «il prete di tutti» e non di meno di quando lo è stato per la comunità della Candelora. Il vescovo ha definito il santo reggino il «già prete» che nei suoi anni di sacerdozio ha sempre camminato accanto al suo popolo, edificando fiducia e affidamento a Dio anche nei momenti più difficili della propria vita. «I Santi - ha aggiunto il presule - sono esempi di vita che partono dall’umano e servono agli uomini per aspirare a vivere una vita conforme a Cristo».
PER APPROFONDIRE: Veroniche del Volto Santo: «Noi figlie di San Gaetano Catanoso»
Un momento significativo quello vissuto nella comunità della Candelora, celato dalla grande emozione vissuta da parte della congregazione delle suore “Veroniche Del Volto Santo”, che presenti in buona rappresentanza alla fine della celebrazione e davanti al busto si sono prestate all’intonazione del canto innalzato per San Gaetano.
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