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Il 2 febbraio è il giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio a 40 giorni dalla sua nascita. La parrocchia di Santa Maria della Candelora si prepara a vivere questo moneto di festa come una giornata densa di spiritualità recuperando la bellezza della comunione della grande famiglia della comunità parrocchiale, una festa dedicata appunto alla Presentazione di Gesù al Tempio.
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Tempo in cui, con semplicità, viene vissuto con l’entusiasmo della ripresa, una giornata per poter continuare a prendere spunti formativi e continuare nei propri gruppi associativi gli insegnamenti di un Padre. Un momento in cui don Luigi Cannizzo, parroco, spinge verso una fede autentica, invitando i propri fedeli a mettersi in ascolto a vivere la festa parrocchiale, quella della Purificazione, come un’occasione di richiamo forte alla spiritualità come la risposta più affascinante alla ricerca dell’uomo al suo bisogno di trascendenza immerso nel materialismo più sfrenato.
La solennità di questa festa risuona all’interno della comunità con timbro festante, un appuntamento importante ai piedi di quel bellissimo mosaico che domina sull’aula liturgica che con i suoi colori poco brillanti ma caldi e tenui, ritraggono la scena evangelica più suggestiva e commovente della Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme. Le sue dimensioni si perfezionano nella centralità dello sviluppo della scena in cui ritrae Maria, con l’umiltà che la contraddistingue in tutti i suoi gesti che si presenta appunto al tempio 40 giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito della sua purificazione, rispettando quanto le legge del tempo, prescrive.
La scena del mosaico riprende il passaggio del Vangelo, in cui Maria incontra Simeone e Anna, un incontro questo in cui Maria si prepara ad accogliere la sofferenza, attraverso le parole che profeticamente le rivela lo stesso Simeone che osservando attentamente il mosaico sembra quasi cogliere: «Una spada ti trafiggerà l’anima» le rivela e non solo le aggiunge anche «Luce per illuminare le genti». Ecco che il gesto dell’accensione delle candele prende vita, lo stupore della festa diventa una gioia vissuta dai gruppi dei più piccoli e si tramuta nella gioia che illumina la speranza nei cuori dei più grandi.
La comunità vive la festa suddividendosi in più momenti durante la giornata affinché ognuno possa vivere una propria dimensione con una particolare attenzione ovviamente al rito dedicato all’accensione delle candele da parte dei più piccoli, una gioia che si veste anche del loro sorriso. La devozione a Cristo necessariamente a volte passa da piccoli gesti che con la forza della tradizione diventano segni per un uomo e per una comunità che continua a cercare e a cercarsi nella fede. Il simbolo della candela benedetta è il simbolo della piena vicinanza a Cristo.
«Tornando nelle nostre case e rientrando nelle nostre famiglie portiamo con noi la convinzione che aver vissuto insieme la festa, Dio voglia condurci verso il suo primo e più grande desiderio, portarci a Cristo» con queste parole Don Luigi Cannizzo ci invita ad essere costruttori di pace. «Con la semplicità del nostro essere, con la nostra vita e con la testimonianza della nostra pace interiore, - continua Don Luigi- il mondo ha bisogno della nostra testimonianza di semplicità, di letizia, di sorriso per continuare a sperare a credere e ad amare».
La solenne celebrazione eucaristica si svolgerà giorno 02 alle ore 18.30, verrà preceduta dalle liturgie dedicate ai gruppi associativi della parrocchia dedicati ai più piccoli e ai gruppi del catechismo in preparazione ai sacramenti.
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