
Il 1° maggio a Bivona il Giubileo del Lavoro: preghiera, dialogo e impegno nel ricordo di Papa Francesco
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Una famiglia “allargata” nell’amore. Non c’è altro modo per descrivere la bella realtà della Casa famiglia “San Girolamo Emiliani” di Campo Calabro. Un cammino iniziato 30 anni fa quando Domenico Barresi e sua moglie Rita Agnello hanno pronunciato il loro «Sì eccomi». Una promessa che diventerà anche l’impegno di tutta una vita.
Non solo un’unione ordinaria. Il ricordo di quel giorno - era il 9 ottobre 1993 - sia per Domenico che Rita è ancora lucido. Nella chiesa parrocchiale della Grotta Rossa a Rimini dove si sono giurati amore eterno c’erano don Oreste Benzi e la Comunità Papa Giovanni XXIII. È grazie a quella presenza che il loro matrimonio è diventato qualcosa in più di un’unione ordinaria, inserita in una dinamica dell’Oltre. Rita e Domenico, insieme alla loro grande famiglia, hanno rinnovato quella loro promessa lunedì 9 ottobre nella parrocchia di Santa Maria Maddalena a Campo Calabro, dinnanzi all’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone.
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È stata una doppia festa perché coincisa anche con il 30° compleanno della loro Casa famiglia intitolata a “San Girolamo Emiliani”, il fondatore dei padri somaschi presso la cui parrocchia a Villa San Giovanni i due coniugi hanno condiviso le prime esperienze di servizio al prossimo.
In tutti questi anni dalla Casa famiglia, «che soprattutto è famiglia», tengono a precisare, sono passate più di 50 persone con varie problematiche e bisogni. Ragazze madri, donne liberate dalla tratta, persone con problemi con la giustizia, minori in stato di abbandono poi adottati da altre famiglie, immigrati, minori provenienti da adozioni fallite o bisognosi di protezione, «molti di loro oggi hanno costruito una loro indipendenza e una loro famiglia», ricordano ancora Rita e Domenico.
In occasione del doppio anniversario i due coniugi hanno inoltre rivolto un pensiero per chi «dal Paradiso ci protegge: il nostro angelo, Alessandro, tornato in cielo qualche anno fa». La loro famiglia in questo momento è composta oltre che «dai nostri 7 figli, da tre persone alcune con disabilità. Quirino che è stato il nostro primo figlio in affido ancora prima che ci sposassimo, insieme alla moglie Luisa ci hanno dato la gioia di essere nonni di Riccardo. Di tutto ringraziamo il Signore, la Chiesa diocesana e parrocchiale, la Comunità Papa Giovanni, tutti coloro che hanno fatto un pezzo di strada con noi, per averci permesso di mantenere fede a quel “Si Eccomi” pronunciato tanti anni fa».
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
Domani, domenica 27 aprile, torna in edicola e in parrocchia Avvenire di Calabria con un