Avvenire di Calabria

Tempo di dialettica a Palazzo San Giorgio, ma il sindaco vuole giocarsi la carta della conciliazione

Caso-Marcianò, la smentita di Falcomatà ne certifica l’esistenza

Federico Minniti

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Che Palazzo San Giorgio sia "in stato di agitazione" è un fatto ormai arcinoto. I motivi sono diversi, quasi tutti ascrivibili ad un'assenza di comunicazione tra Falcomatà e parte della sua maggioranza. Il presunto (e confermato) caso-Marcianò, infatti, rappresenta solo la punta dell'iceberg. Probabilmente (anzi certamente) il nodo più difficile da sciogliere è quello con l'assessore pluridelegata (Lavori Pubblici, Legalità ed Edilizia Popolare solo per citarne alcune delle deleghe pesanti), ma non è l'unico.

Certamente l'ingresso nella segreteria nazionale del Pd ha conferito alla Marcianò piena agibilità politica (un dato suppletivo in virtù della completa autonomia tecnica con cui si era destreggiata sinora). Pertanto il tenore dei suoi interventi sta assumendo un peso specifico diverso rispetto a prima. Questo sta ingenerando un cortocircuito proprio dentro il Pd. Poco conta lo scarno comunicato diffuso notterempo (22.31) in cui si smentisce quanto trapelato (come da buona tradizione) dagli uffici di Palazzo San Giorgio. Falcomatà lo sa: una smentita altro non è che una doppia notizia. Ossia che la discussione c'è stata e che è stato necessario porre una pezza (che delle volte non è il massimo) per tamponare l'emorragia informativa.

Pare ovvio che questa "perdita" di informazioni non sia dettata dalla volontà della Marcianò, ma di altri malpancisti che vivono con insofferenza questa situazione. E la più grande fetta di essi è riconducibile a quella larghissima parte di maggioranza legata al Partito Democratico sia essa la componente "falcomatiana" che quella legata a Nicola Irto e Mimmo Battaglia, seppure questi con posizioni e motivazioni totalmente differenti dal sindaco metropolitano.

Defilati (ma non meno protagonisti) gli uomini di Seby Romeo, Nino De Gaetano e Peppe Bova, i quali stanno alla finestra rivendicando - però - da tempo immemore maggiore coinvolgimento amministrativo.

Tutte componenti che, però, tra essi - a loro volta - vivono distanze significative. La composizione del puzzle per Falcomatà quindi, seppur - come afferma l'Ufficio stampa del Comune - "da dover correttamente ricondurre e annoverare all'interno del consueto rapporto dialettico proprio degli esponenti politici dell'Ente", è tutt'altro che semplice.

Eppure il Primo cittadino sembra sia indirizzato verso una fase conciliante: i prossimi appuntamenti elettorali (le politiche) sono ancora a debita distanza ed una crisi nell'esecutivo comunale potrebbe essere un boomerang. Anche perché non solo corrisponde a verità quanto riportato circa il diniego di un'azione corale di sfiducia nei confronti dell'Assessore Marcianò, ma sussiste un discreto gruppo di consiglieri della maggioranza pronto a schierasi proprio a favore della stessa 'tecnica'.

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