
La Messa in suffragio del Papa sarà giovedì in Cattedrale a Reggio
L’arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone parteciperà alla celebrazione esequiale
Celebrata la Gmg diocesana a Reggio Calabria, l'arcivescovo: «La fede non è aria fritta». Sabato scorso in Cattedrale si è tenuta la Veglia preparata dall'Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile.
«La fede non è aria fritta. La Fede è impegno in questa storia». Monsignor Morrone presiede, a sera di un fresco ultimo sabato novembrino, la Veglia diocesana nella trentaseiesima Giornata mondiale della Gioventù. Presiede, con accanto il direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, don Michele D’Agostino.
È la croce ad alzare il sipario sul tempo della preghiera: una grande lignea croce, stretta tra le giovani mani di tre nostrani cirenei, attraversa la Cattedrale. Incede lentamente, per poi venir piantata sulla scalinata che conduce all’altare, sulla sinistra. Quella croce, a un certo punto, l’arcivescovo la consegna idealmente a ciascun giovane: da quella sera, quella croce, accompagnerà il cammino dei giovani reggino-bovesi. Da quella sera e per sempre!
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La Veglia si snoda lungo i sentieri nati da quel “Alzati, ti costituisco testimone di ciò che hai visto!” che il buon Dio sussurrò a Paolo di Tarso e che Papa Francesco ha scelto come tema della Gmg del 2021. Nei tre momenti, costruiti da don Michele D'Agostino e dall’ufficio suo, s’alternano parole e musiche. E se i canti vengono eseguiti dalla Corale giovanile diocesana “Per Amore”, ad un tratto è la JazzBalletSchool, con le sue giovani ballerine, a farsi largo innanzi l’altare: ballano, mettono a frutto, qui e ora, il loro talento. Spunta pure un pannello bianco, e su di lui vien proiettata l’agostiniana monaca suor Annalisa: da Roma, dal luogo in cui sta compiendosi la sua storia, racconta il suo esser di Cristo per esser con e per gli altri.
Su quello stesso pannello scorrono, poi, i loghi realizzati da quelle parrocchie che han voluto partecipare al Contest “Un nuovo volto per la Pastorale giovanile”: a vincere è il logo ideato e realizzato da alcuni giovani della parrocchia “Santa Maria e i XII Apostoli” di Bagnara.
Accanto la Croce, poi, accolti dal sorriso di monsignor Morrone, s’alternano i giovani rappresentanti di ciascuna delle undici zone pastorali: ricevono, dalle mani del vescovo, un lanterna. Quella lanterna percorrerà l’intero territorio zonale, visitando ciascun gruppo giovanile parrocchiale, facendogli ancora una volta respirare il profumo di una Chiesa sinodale.
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Al centro dell’altare si posiziona invece l’arcivescovo, donando ai giovani «la parola Pace, che vorrei declinarla così: P come politica, A come amicizia, C come custodia ed E come ecologia integrale». «Se noi cristiani – sottolinea il Presule – non assumiamo la politica come cittadinanza attiva, come carità, saremo spiazzati dalla storia. È possibile mai che questa città debba esser sempre incompiuta? Dentro di voi non c’è rabbia, indignazione? Cosa possiamo fare?»
«Gesù ci dice: non dissipatevi, non disperdetevi. Uniamoci in un’unica energia: energia che nasce ad esempio dalla indignazione per quei vostri coetanei che vanno altrove a far frutti. Altrove, e perché non qui? E noi non possiamo far nulla? Diveniamo – esorta l’arcivescovo – cittadini attivi. Politica come carità al servizio di questa città».
«E come? Studia, sogna in grande, vola in alto, rigenera la cultura. Usciamo da quella cultura familistica che ci inchioda e ci rovina: ognuno fa solo per la sua famiglia, per il suo partito, per il suo gruppo. La politica ha grande visione, pensa in grande, non si accontenta di piccoli lavoretti. Pensa per tutti. E voi giovani siete la speranza di questa città: le vostre energie sono la nostra speranza! Star dietro a Gesù – chiosa monsignor Morrone – è camminare nella vita e la politica non è una parola magica, è evangelizzazione, è mettere sul piatto del quotidiano questa nostra fede».
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