
Per la giornata del Jazz Francesco Cafiso e la Rhegium Orchestra
Ritorna a Ecojazz dopo 10 anni dalla sua ultima esibizione nel 2015 coinvolgendo gli spettatori
Se il termometro politico registra la fase più gelida del rapporto tra l’attuale sindaco, Giuseppe Falcomatà, e la cittadinanza, d’altro canto le minoranze sembrano ancora brancolare nel buio a un anno dalle elezioni comunali. La scandenza del mandato del centrosinistra sarebbe la prossima primavera (a conferma di ciò, ci sarebbero i contratti a tempo determinato dello staff del sindaco confermati sino al marzo 2020): un tempo abbastanza lungo per digerire, in casa Pd, i risultati delle prossime europee che, stando ai sondaggi nazionali, vedrebbero un’avanzata del voto sovranista rispetto alle forze politiche tradizionali. Il vento che soffia a livello nazionale e regionale, sempra spirare verso destra. I democratici avrebbero, però, pochi dubbi nel ricandidare l’ormai ex enfant prodige del centrosinistra reggino.
Perplessità, invece, che attanagliano il centrodestra che, nonostante le diverse fughe in avanti degli scorsi mesi, non sta riuscendo a trovare la quadra per un candidato unitario. Bruciato il nome della stimata preside Giusy Princi (troppo vicina all’attuale coordinatore provinciale di Forza Italia, Francesco Cannizzaro di cui è la cugina), sembrerebbe avviato un contatto con l’attuale numero uno di Sacal, Arturo De Felice. L’ex prefetto, però, avrebbe troppe aderenze col centrosinistra: nominato dall’attuale governatore Oliverio alla guida degli aeroporti calabresi, non ha mai nascosto un certo feeling con l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti che del Pd è il maggiorente in Calabria. Tutto da rifare?
Sembrerebbe proprio di sì, anche perché sgomiterebbe anche l’ex presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, malvisto dagli ex scopellitiani. Proprio i transfughi dagli anni del Modello Reggio, molti approdati tra i ranghi della Lega, vorrebbero esprimere un candidato di bandiera. Un sindaco del Carroccio in riva allo Stretto?
Nì. I salviniani preferirebbero mettersi a capo di una coalizione o di un’alleanza, seguendo lo schema dell’asse giallo–verde (ad eccezion fatta per la fronda degli scissionisti, guidati dai fratelli Recupero che vorrebbero correre da soli).
Il diniego a questa soluzione è, però, arrivato da Federica Dieni, deputata del Movimento Cinquestelle che ha frenato a qualsiasi forma di «saldatura politica» con la Lega a Reggio Calabria. Troppo ingombrante la figura dell’ex governatore Scopelliti? Certamente, nelle considerazioni della Dieni. Ma il problema, potrebbe, essere anche un altro: gli attivisti pentastellati nella Città dei Bronzi continuano a essere estramente divisi e, nelle ultime settimane, in pieno stile–Di Maio sono andati ad offrire la poltrona di sindaco a diversi candidati ritenuti idonei seppur non aderenti allo stesso Movimento. Si vocifera che, nel radar dei grillini, sarebbe finita anche Angela Marcianò, ex assessore ai Lavori Pubblici e già componente della segreteria nazionale del Pd. La Marcianò avrebbe rifiutato: resta convinta sull’idea di un movimento civico (”Reggio è viva”, guidata dall’avvocato Zagami) che, però, stenta a decollare. Fermo al palo anche Giuseppe Bombino: l’ex presidente dell’Ente parco nazionale dell’Aspromonte è vittima di troppi ostracismi sia a destra che a sinistra, e la sua creatura “Cultura e identità” sta rimanendo nel limbo.
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