Avvenire di Calabria

Secondo il portale internazionale Visit Italy il suggestivo Santuario è tra i 20 edifici sacri più belli d'Italia

Chiese più belle d’Italia, c’è anche Santa Maria dell’Isola di Tropea

Il sindaco Giovanni Macrì: «Ci riempie d'orgoglio apprendere che la nostra località venga accostata a grandi città d'arte»

di Redazione Web

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Come il Duomo di Milano, la Basilica di San Marco a Venezia, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, la basilica di San Francesco ad Assisi e la papale basilica maggiore di San Pietro in Vaticano, cuore spirituale della cristianità.

Il riconoscimento per Santa Maria dell’Isola di Tropea

Il Santuario di Santa Maria dell’Isola, suggestiva icona di Tropea e della Calabria nel mondo, è per il portale internazionale Visit Italy tra le 20 più belle chiese di Italia.


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«Ci riempie di orgoglio – dichiara il Sindaco Giovanni Macrì – sapere che la destinazione esperenziale di Tropea che custodisce all’interno del suo perimetro un patrimonio di chiese ed edifici di culto di alto valore artistico, occupi le primissime posizioni di una classifica speciale abitata da Città d’Arte rinomate».

Cosa dice il servizio di “Visit Italy”

«La Chiesa di Santa Maria dell'Isola – si legge nel servizio dal titolo The most beautiful churches in Italy: discover a heritage of priceless treasures - è un santuario situato su una roccia a Tropea. Simbolo della città, offre una vista panoramica sulla costa tirrenica e sul vulcano di Stromboli. Un tempo era circondato dal mare, da qui il nome».


PER APPROFONDIRE: Don Mottola, a Tropea apre la casa del beato


Prosegue l'articolo: «La inseriamo nella lista delle chiese più belle d'Italia perché ha una posizione invidiabile in cima ad una scogliera ed è circondata dalla vegetazione mediterranea. La scalinata per raggiungere il santuario è ripida e scavata nel tufo, ma all'arrivo potrete riposarvi nelle aiuole che circondano la chiesa e godervi la vista del mare azzurro.

L'Isola, simbolo inconfondibile di Tropea

È uno dei luoghi simbolo della Calabria religiosa e turistica, non fosse altro per la suggestiva collocazione. Posizionata sulla cima di uno scoglio a picco sul mare, posto di fronte la città di Tropea. Basta solo questo a fare della Chiesa di Santa Maria dell’Isola un unicum. Eppure, a dispetto del contesto, singolare quanto affascinante, a colpire non solo i tanti turisti che ogni anno la visitano: c’è molto di più. Qui si respira, infatti, tanta storia e, soprattutto, spiritualità.

L’edificio di culto è citato già in alcuni documenti dei papi Alessandro III (1159-1181) e Onorio III (1216-1227), ma la sua prima edificazione è molto più antica. Probabilmente fu eretta in epoca bizantina, tra il sesto e il nono secolo. Per molti anni, appartenne ai monaci basiliani e, a partire dall’undicesimo secolo, vi abitarono i monaci Benedettini.

Nel corso dei secoli, a causa dei violenti terremoti e, probabilmente, delle varie incursioni, il complesso ha subito vari restauri e rifacimenti tanto da non conservare più l’assetto originario. Solamente all’interno della chiesa sono rintracciabili alcuni elementi architettonici tipici delle epoche che il Santuario, meta di pellegrini devoti alla Santa Vergine, ha attraversato.

L’ultimo rifacimento risale al 1908, dopo che il terremoto del 1905 ha distrutto una parte del portico; gli ultimi restauri, invece, al 2010-2011.


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La devozione alla Madonna si è da subito radicata sull’Isola portata, probabilmente, da asceti monaci eremiti. Si è diffusa in tutto il circondario del Poro da dove arrivavano molti devoti a chiedere grazie e intercessioni.

Luogo miracoloso

Ritenuto da secoli luogo “miracoloso”, fino ad alcuni decenni fa, i devoti erano soliti accompagnare i loro cari ammalati nello stesso punto in cui, secondo tradizione, in una nicchia ricavata all’interno della grotta, era collocata l’originaria statua in legno della Vergine giunta dall’Oriente a Tropea a bordo di una nave, al tempo dell’iconoclastia. La chiesa di Santa Maria dell’Isola è stata elevata a Santuario diocesano dall’allora vescovo, monsignor Domenico Tarciso Cortese il 31 maggio del 2002.

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