Avvenire di Calabria

In riva allo Stretto ha collaborato sia in Libreria che nell'ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

Ciao Suor Teresa, Reggio Calabria non ti dimenticherà

La religiosa si è spenta nella tarda mattinata di oggi a Roma, confortata dall'affetto della sua comunità religiosa

di Davide Imeneo

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Nella tarda mattinata di oggi, prima domenica di Quaresima, si è spenta suor Teresa Beltrano delle figlie di San Paolo. Nata a Celico (Cosenza) il 23 marzo 1968, ha svolto il suo ministero anche a Reggio Calabria, lasciando una traccia indelebile tra i frequentatori della Libreria delle Paoline in Piazza Duomo. Dal 2013 è stata anche vicedirettore dell'Ufficio per le Comunicazioni sociali della Arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova ed ha collaborato col settimanale diocesano Avvenire di Calabria fino al 2015, quando poi è stata trasferita a Palermo. La notizia della sua improvvisa e prematura scomparsa si è diffusa rapidamente in città e molti hanno scritto anche al nostro giornale per condividere anche solo un ricordo della nostra cara suor Teresa.

Suor Teresa Beltrano, una suora dai grandi ideali

In questa prima domenica di Quaresima, alle ore 11:30, nella comunità “Divina Provvidenza” delle Figlie di San Paolo in Roma, il Signore ha chiamato a sé suor Teresa Beltrano, una suora paolina nativa di Cosenza, molto conosciuta e apprezzata a Reggio Calabria, dove in più occasioni ha svolto il suo ministero di apostola della comunicazione presso la Libreria delle Paoline di Piazza Duomo ed è anche stata vicedirettrice dell’Ufficio per le comunicazioni sociali dal 2013 al 2015.

La notizia della nascita al cielo di Suor Teresa Beltrano è stata comunicata da suor Anna Maria Parenzan, madre generale dell’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo.

Nella sua comunicazione, suor Parenzan così ricorda suor Teresa: «Una sorella che portava in cuore grandi ideali e sogni apostolici, che desiderava dialogare con la cultura attuale, creare spazi d’incontro, di comunicazione e collaborazione a tutti i livelli. Una sorella gioiosa e dinamica, vivace e creativa, entusiasta della vocazione paolina, sempre sorridente». Poi, la generale riporta anche una traccia di uno scritto di suor Teresa di alcuni anni fa: «Sento nell’anima che non possiamo soffocare ciò che lo Spirito ci suggerisce: è necessario recuperare alcuni valori che caratterizzano la nostra missione e non permettere che muoiano i piccoli germi di bene».

Suor Teresa Beltrano durante una diretta radiofonica dalla Libreria di Reggio Calabria

La vocazione e l'apostolato tra le Suore figlie di San Paolo

La vocazione di suor Teresa affonda le sue radici nel lontano 22 agosto 1988, quando lasciava la sua bella famiglia semplice e laboriosa, i genitori ricchi di fede, i fratelli e le sorelle, per entrare nella congregazione delle Figlie di San Paolo, nella comunità di La Spezia. Aveva già conseguito il diploma di Scuola tecnica femminile e si era specializzata come disegnatrice e stilista di moda. Nella comunità di Roma via Bosio, visse il tempo del postulato e in Casa generalizia il noviziato che concluse, con la prima professione, il 25 gennaio 1993. Fu subito orientata a svolgere la missione nelle librerie di Reggio Calabria e Lecce. Ebbe poi la possibilità di completare gli studi conseguendo il Magistero in Scienze Religiose e il Diploma in Comunicazioni Sociali presso la Pontificia Università Gregoriana. Il 28 febbraio 1999 emise, a Roma, la professione perpetua. «Era felice, pienamente convinta che il Signore l’aveva pensata, da sempre, paolina», ricorda suor Anna Maria Parenzan.

Dopo la professione perpetua fu poi inviata nella libreria di Bologna dove ebbe la possibilità di una intensa collaborazione a livello diocesano specialmente negli ambiti della comunicazione e della catechesi. A Napoli, nella libreria di Via Duomo, si occupò per circa cinque anni del settore audiovisivo non tralasciando l’aiuto al settimanale diocesano “Nuova Stagione” e all’Ufficio delle comunicazioni sociali. «Amava stabilire relazioni, aprire la libreria al territorio, alla chiesa locale. Era fiera del nome nuovo ricevuto nel giorno della professione: “Figlia di San Paolo” - ricorda ancora la madre generale - e come l’apostolo Paolo non si dava pace, escogitava ogni mezzo perché la Parola potesse correre e raggiungere ogni categoria di persone e perché altre giovani potessero condividere la gioia della vocazione».

Il ministero a Reggio e poi a Palermo

La medesima passione espresse nella libreria di Reggio Calabria e nell’Ufficio per le comunicazioni sociali della arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, dove collaborò anche con il settimanale diocesano Avvenire di Calabria e organizzò diversi incontri di formazione, l’ultimo dei quali con il fondatore di iBreviary, don Paolo Padrini.
Dall’anno 2015 fu trasferita nella grande e centrale libreria di Palermo. Nel 2017 le venne chiesto di assumere la responsabilità della nuova libreria palermitana situata nella zona popolare di Via Notarbartolo, vicina all’Albero di Falcone. Coordinava il centro apostolico con metodi aggiornati, avendo anche ottenuto l’attestato di partecipazione al Corso di Alta Formazione in gestione della libreria.

Gli ultimi mesi, il tempo della prova

Ma il Signore nei suoi imperscrutabili disegni, nello scorso mese di maggio, la chiamò a una missione ben più impegnativa, quella della croce e dell’offerta. La diagnosi di un cancro molto aggressivo al cervello, aprì il sofferto cammino delle varie indagini diagnostiche, dell’intervento chirurgico subito al Policlinico Gemelli e infine, negli ultimi mesi, del ciclo di radio e chemioterapia.
Visse questo sofferto percorso a Roma, in Casa provinciale e negli ultimi tempi, nell’infermeria della comunità “Divina Provvidenza”. «Teresa ha davvero combattuto e sperato fino alla fine nella guarigione – racconta suor Anna Maria Parenzan - ha vissuto il deserto della prova affidandosi ai medici dei quali aveva grande stima, aggrappandosi giorno e notte a un piccolo crocifisso di legno che era diventato la sua forza, la possibilità di una relazione viva e concreta con il suo Signore. Non si stancava di rivolgersi a Lui in un colloquio spontaneo, davvero incessante: “Gesù aiutami, dài Gesù…”». E il Signore, in questo inizio del cammino quaresimale l’ha ascoltata portandola con sé in Paradiso a godere la gioia della salvezza, a vivere l’intimità sponsale nel regno dei santi.

L'ultimo post su Facebook: un invito alla speranza

Suor Teresa Beltrano si è sempre contraddistinta per la sua vivacità sui Social network, riusciva a contagiare con tantissima energia e con messaggi pieni di fede e vitalità. Messaggi che, però, negli ultimi mesi si sono sempre più diradati, pur esprimendo sempre la stessa gioiosa speranza con la quale stava affrontando il tempo del dolore. Ogni suo post, soprattutto quelli condivisi dai luoghi del suo calvario, raccoglievano commenti pieni di commozione e di cristiano incoraggiamento. Perfino di ammirazione in alcuni casi.

L'ultimo suo post risale al due febbraio, Solennità della Presentazione al Tempio del Signore e Giornata dedicata alla vita consacrata. Suor Teresa ha scelto una frase di Hannah Arendt, tratta da "La banalità del male", per congedarsi dai suoi tanti amici-follower e nello stesso tempo per consegnare il suo stato d'animo nei confronti del male oscuro che la stava vincendo.

Quel che ora penso veramente è che il male non è mai "radicale", ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla sua superficie come un fungo. Esso "sfida", come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua "banalità". Solo il bene è profondo e non può essere radicale.

Questa sua frase suona quasi come un testamento che ha voluto consegnare a tutti coloro che in qualche modo hanno incrociato il suo percorso di vita.

Grazie Suor Teresa, non ti dimenticheremo.

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