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L’iniziativa si conferma come un appuntamento chiave per immergersi nella bellezza della natura Lo Stretto
Per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico, è urgente «l’elaborazione di una strategia globale e condivisa a lungo termine basata su impegni precisi, capace di definire e promuovere un nuovo modello di sviluppo e costruita sul legame sinergico tra la lotta al cambiamento climatico e la lotta alla povertà». Perché «nulla può essere realizzato lavorando da soli. La pandemia del Covid-19 lo dimostra molto bene». È quanto afferma il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, in un videomessaggio – in inglese – inviato a nome di Papa Francesco all’apertura del Climate Adaptation Summit 2021, che si svolge online oggi e domani. La «sfida epocale per il bene comune» costituita dal cambiamento climatico, spiega Parolin, richiede «un’azione rapida» per la riduzione delle emissioni di gas serra e le attività di mitigazione dei loro effetti negativi, unite al «rafforzamento dell’adattamento e della resilienza». Si tratta di un imperativo morale e umanitario, prosegue il segretario di Stato vaticano, «perché le più gravi conseguenze negative del cambiamento climatico spesso colpiscono i più vulnerabili: i poveri e le generazioni future». I poveri, che sono «i meno responsabili del riscaldamento globale», sono purtroppo «i più suscettibili di essere colpiti, poiché hanno meno capacità di adattamento e spesso vivono in aree geografiche particolarmente a rischio». Di qui la necessità di «una cooperazione internazionale più forte, impegnata in uno sviluppo sostenibile a bassa emissione di carbonio, così come l’investimento nel rafforzamento delle tecnologie e della resilienza, e il loro trasferimento a condizioni eque, in particolare ai Paesi più vulnerabili». È quanto auspicato da Papa Francesco nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre, quando auspicava il «rafforzamento del multilateralismo, espressione di una rinnovata corresponsabilità mondiale» contrapposto a quello che «predilige gli atteggiamenti di autosufficienza, il nazionalismo, il protezionismo, l’individualismo e l’isolamento, escludendo i più poveri, i più vulnerabili», che è «autolesionismo per tutti».
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