Avvenire di Calabria

La legge 113/85 sembra essere disattesa degli Enti Locali calabresi

Collocamento obbligatorio, l’Unione Ciechi denuncia irregolarità

Paolo Marcianò *

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La civiltà giuridica del nostro paese è sicuramente una delle migliori d’Europa, tant’è che nella nostra legislazione nazionale sono presenti norme che tutelano anche le persone più fragili rispetto alla dignità del lavoro.

Dinanzi alla crisi occupazionale dei nostri tempi, nessuno sembra più preoccuparsi che le norme che impongono di assumere le persone disabili nelle Amministrazioni pubbliche e private siano davvero rispettate.

Infatti la legge 113/85, che in questi anni ha garantito l’occupazione per i giovani ciechi o ipovedenti nei centralini telefonici sembra irrimediabilmente in crisi, perché molti enti pubblici e privati non accettano di applicare questa normativa.

Anche se dal punto di vista giuridico vanno incontro a sanzioni, sul piano etico e sociale dovrebbero essere additati quali cattivo esempio per la crescita sociale e l’inclusione di persone che, attraverso il lavoro, completano la loro vita, come tutti gli altri cittadini normali.

Quale associazione che difende i non vedenti, l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti non cessa di combattere questi atteggiamenti di contrarietà e illegalità e purtroppo, considerato che nella nostra provincia negli ultimi anni non c’è nessuna assunzione dalla graduatoria del Centro dell’Impiego di Reggio Calabria, stiamo valutando di interessare gli Organi dello Stato preposti al controllo per verificare se le Amministrazioni che si oppongono alla legge siano da convocare ad un tavolo di confronto per rendere edotta l’opinione pubblica dei loro comportamenti, alla luce del fatto che la Corte Costituzionale ha già sentenziato che l’assunzione di disabili non interferisce con lo stato di pre-dissesto.

* Presidente Uici Reggio Calabria

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