Avvenire di Calabria

L'analisi dei dati del ministero dell'istruzione e del merito propongono la fotografia dell'attuale situazione in Italia

Competenze digitali a scuola, Calabria ancora indietro

Le agenzie educative chiamate a fare di più, ma restano divari nelle dotazioni informatiche disponibili sul territorio

di Redazione Web

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Nonostante l’uso di internet sia ormai trasversale, oltre un giovane su 4 non ha competenze di base nella sicurezza digitale. Il ruolo delle scuole nella consapevolezza sulle tecnologie è fondamentale, ma restano divari nelle dotazioni informatiche disponibili sul territorio. È il dato che emerge dall'analisi di Openpolis in vista del Safer internet day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete che si celebra il 6 febbraio.

Il prossimo 6 febbraio si celebra il Safer internet day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete. Una ricorrenza promossa a livello europeo per sensibilizzare a un uso consapevole di internet, con particolare attenzione ai più giovani.


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Internet è il cuore della rivoluzione tecnologica che dalla fine del secolo scorso ha cambiato praticamente ogni aspetto della vita quotidiana delle persone. In questo contesto, dove già si sta affermando la rivoluzione del nostro secolo - l'Intelligenza Artificiale - non è più un’opzione sapere come utilizzarlo in modo sicuro e consapevole.

Gestiamo tante informazioni, ma in che modo?

A fronte di potenzialità enormi, in termini di reperimento e condivisione delle informazioni, di creazione e mantenimento di legami, è essenziale essere in grado di padroneggiare le nuove tecnologie. Conoscendo le implicazioni in termini di sicurezza in rete e di diritto alla riservatezza. Nella capacità di discernere fonti informative affidabili come di adottare una modalità di relazione rispettosa degli altri.


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Aspetti da non dare per scontati, e su cui è cruciale il ruolo della scuola, a maggior ragione se si considera che restano enormi disparità nella consapevolezza e nelle competenze digitali tra bambini e ragazzi. Divari digitali spesso legati alle disuguaglianze socio-economiche presenti tra le famiglie d’origine.

I divari nelle competenze digitali e nell’uso di internet

L’uso quotidiano di internet, di per sé, non è garanzia di competenze digitali adeguate. La lettura dei dati elaborati da Istat nel dicembre scorso per l’indicatore europeo Desi lo mostra piuttosto nitidamente.

Nel 2023, quasi l’80% delle persone di almeno 6 anni ha dichiarato di aver utilizzato internet negli ultimi 3 mesi. Una quota che tra giovani e minori, prevedibilmente, è molto più elevata. Si avvicina al 100% tra gli 11 e i 15 anni (96,1%) e tra i 16 e i 24 (98,1%). Ed è più alta della media della popolazione anche tra i 6 e i 10 anni (86%).

98,4% gli studenti di almeno 15 anni che hanno utilizzato internet negli ultimi 3 mesi.

Tuttavia il quadro è molto diverso se, nell’insieme di persone che hanno utilizzato internet di recente, si isolano solo coloro che hanno competenze digitali almeno di base. Nella popolazione complessiva tra 16 e 74 anni, la quota scende al 45,7%. Colpisce il basso livello di competenze digitali anche tra i più giovani utilizzatori di internet: 55,9% tra 16 e 19 anni, 61,7% tra 20 e 24 anni.

66,1% gli studenti di almeno 16 anni che hanno utilizzato internet negli ultimi 3 mesi e hanno competenze digitali almeno di base.

Competenze digitali e livello d'istruzione

Le competenze digitali sono direttamente collegate al livello di istruzione. Nella fascia tra 16 e 24 anni, hanno competenze almeno di base il 76,6% dei laureati, il 63,9% dei diplomati e appena la metà di coloro che hanno al massimo la licenza media (50,3%).

Questa tendenza, riscontrabile anche tra i più giovani, pone un’enfasi sul ruolo della scuola, sia in termini di alfabetizzazione digitale che di educazione all’uso sicuro e consapevole di internet. Una questione sollevata anche dal garante dell’infanzia nell’ultimo rapporto al parlamento.

Oltre un giovane su 4 non ha competenze di base nella sicurezza digitale

Per i minori le implicazioni sono enormi, perché un utilizzo non sicuro della rete può minare le prerogative stabilite dalla convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Si pensi solo alla tutela della privacy e dell’immagine online, un aspetto che per bambini e ragazzi è ancora più rilevante.

Rappresenta un elemento di preoccupazione il fatto che, persino tra i giovani di 16-24 anni, oltre uno su 4 non abbia nessuna competenza digitale in termini di sicurezza.

Le dotazioni informatiche nelle scuole italiane

Premessa di qualsiasi attività educativa in questo ambito è la presenza, in termini infrastrutturali, di ambienti digitali nelle scuole. I dati del ministero dell’istruzione, rielaborati da Openpolis, consentono di ricostruire la dotazione di aule informatiche. Si tratta solo di una delle questioni salienti, data l’importanza di altri aspetti infrastrutturali, come il cablaggio alla rete internet ultraveloce, e di altri più umani, come la diffusione nelle scuole di cultura e competenze digitali.

Tuttavia ricostruire questo elemento minimo, approfondendo l’analisi in chiave locale, è importante alla luce degli enormi divari territoriali rispetto all’alfabetizzazione digitale.


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Nel nostro paese, in particolare, permangono ancora molti divari. Le competenze digitali nella popolazione risultano molto distanti tra nord e sud. Il picco si raggiunge nel nord-ovest (51,5% con competenze digitali almeno adeguate), ma centro (49,9%) e nord-est (50,7%) si collocano su cifre analoghe. Emerge invece un deciso ritardo del sud.

Ecco perché è necessario prestare particolare attenzione alla distribuzione di aule informatiche nelle scuole statali del paese. In media, in base ai dati più recenti relativi all’anno scolastico 2022/23, la loro presenza è dichiarata per il 35,7% degli edifici. Per quasi altrettanti (35,4%) l’informazione non è disponibile, mentre nel 28,9% dei casi non sono presenti aule informatiche.

Le aule di informatica nelle scuole italiane, la Calabria resta indietro

Tra le regioni, la quota di edifici scolastici con aule di informatica supera il 50% in Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, mentre non raggiunge il 30% in Sicilia (28,8%), Abruzzo (24%), Campania (22%), Calabria (21,8%) e Lazio (18,1%).


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A livello provinciale, a realtà del nord-ovest come Genova, Torino, Alessandria, Imperia, Savona, Novara, Aosta – tutte sopra il 52% – si contrappongono territori del centro-sud. Al di sotto del 20% troviamo infatti le province di Teramo, Napoli, Catanzaro, L’Aquila, Catania, Crotone, Cosenza, Salerno, Latina, Roma e Benevento. In quest’ultima solo per il 13,8% degli edifici è dichiarata la presenza di aule informatiche.

Tra i capoluoghi, Pavia è quello con più edifici scolastici statali dotati di aula informatica: 91,7% del totale. Seguono Modena, Alessandria e Treviso, con oltre il 75%. Agli ultimi posti, con meno del 10% di edifici con aule informatiche, spiccano i comuni di CataniaForlìLatinaCatanzaro e Cosenza. Le due città calabresi si piazzano penultima (4%) e ultima (3,3%), anche se pesa – in entrambi i casi – l’elevatissima quota di edifici per cui questa informazione non è disponibile, pari al 95% circa dei casi.

Tale mancanza di informazioni rende difficile indicare con certezza l’entità effettiva della carenza di dotazioni informatiche. Ciò porta a insistere sulla necessità di raccogliere i dati in modo preciso. Così da impostare correttamente politiche e interventi pubblici in materia, per ridurre i ritardi del mezzogiorno in ambiti come le competenze digitali.

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