Avvenire di Calabria

L'arcivescovo si rivolge a Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci chiedendo di illustrare uomini e strumenti coi quali porterebbero avanti i programmi di governo della Città

Comunali, Morosini: «Presentate le Giunte prima del ballottaggio»

Redazione Web

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E adesso cosa succederà? È innegabile che, all’indomani della chiusura dello spoglio, la Città si stia interrogando sul ballottaggio per l’elezione del sindaco di Reggio Calabria. Non era mai accaduto prima che si arrivasse al secondo turno e, per questo, il rischio tangibile è il disorientamento – specie per quanti in prima battuta si sono orientati su un voto “alternativo” ai due competitors, Falcomatà e Minicuci, – o addirittura l’astensionismo. Proprio per favorire, invece, la più ampia partecipazione, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, è intervenuto con una proposta rivolta ai due candidati sindaco: presentare in anticipo le loro “potenziali” Giunte comunali. Il perché, il presule lo ha spiegato ai microfoni di ReggioTv in un’intervista andata in onda oggi.

 
«Non voglio intervenire, in alcun misura, nel dibattito elettorale né con le mie parole voglio rischiare di orientare il consenso: saranno i due candidati al ballottaggio a dover dimostrare affidabilità ai reggini; mi auguro che questo avvenga davvero: il desiderio della Chiesa è che ci sia un partecipazione cosciente e responsabile», ha precisato monsignor Morosini che ha proseguito: «Per fare questo è necessario conoscere le persone che governeranno la Città, i loro programmi e gli strumenti che utilizzeranno per farlo nel migliore dei modi». L’arcivescovo, facendo un passaggio sulla composizione del futuro Consiglio comunale, rimarca: «L’augurio è che la scelta dei candidati non venga effettuata in base a criteri di parentela o amicizia, ma vanno premiate le competenze».
 
Poi la proposta di Morosini: «Da semplice cittadino mi augurerei che Falcomatà e Minicuci ci dicano, sin da subito, da chi sarà composta la loro squadra di governo». «Ritengo sia fondamentale: ho ascoltato alcune battute della campagna elettorale, – specifica il Pastore della Chiesa reggina – mi è sembrato che tra tante forze politiche ci fossero già da allora delle ampie convergenze di vedute: adesso è importante capire nelle mani di chi affideremo le sorti del nostro territorio. Perché non sottoporre al vaglio dell’elettorato queste scelte per capire se siano premiate o meno dalla cittadinanza?»
 
Una richiesta, quella di monsignor Morosini, che è conscia di alcuni “rischi calcolati” del day after: «Dopo le elezioni entrano in campo il gioco delle parti, le dinamiche dei partiti, gli equilibri di forza. Ma questi aspetti giovano al Bene Comune? Il “peso” politico coincide con la competenza?» Amministrare, però, non è solo questione di nomi: «Infine, sarebbe doveroso – ha concluso l’arcivescovo –  approfondire alcuni temi fondamentali per la vita pubblica dei reggini che attendono risposte concrete in merito ai servizi pubblici essenziali». Una proposta “fuori dagli schemi” quella avanzata da monsignor Morosini: riusciranno i due candidati a coglierne l’importanza? Si potrà sottrarre il destino amministrativo di Reggio dalle beghe di partito o coalizione? Mancano pochi, pochissimi, giorni per capirlo.

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