
Per la giornata del Jazz Francesco Cafiso e la Rhegium Orchestra
Ritorna a Ecojazz dopo 10 anni dalla sua ultima esibizione nel 2015 coinvolgendo gli spettatori
Nell’ultima seduta del 2023 (30 dicembre) il Consiglio Comunale di Reggio Calabria ha definitivamente approvato il Piano Strutturale Comunale (PSC). Si tratta di un evento estremamente importante per la nostra Città, ed è condivisibile che qualcuno lo abbia annunciato come “svolta storica”.
Già tre anni fa, nella seduta del Consiglio Comunale dell’11 gennaio 2020, in cui fu votata l’adozione del PSC, il Sindaco Falcomatà aveva parlato di “data storica per la Città” spiegandone le ragioni, in un intervento appassionato e comprensibile, che meriterebbe una larga diffusione in città. (* vedere allegato).
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L’intervento non configura il quadro fantastico di un sognatore, ma una prospettiva concreta di cambiamento e sviluppo che l’Amministrazione aveva deciso di avviare, adottando il PSC, costruito nel rispetto della legge urbanistica varata dalla Regione nel 2002, per affrontare i problemi connessi alle gravi condizioni di degrado urbanistico, territoriale, ambientale, del territorio e per risolvere i problemi di fragilità territoriale e istituzionale, puntualmente cosi individuati dal POR Calabria (2000-2006):
1. Un grave scenario di abbandono dell’agricoltura di montagna, delle aree rurali, di centri rurali, di degrado delle zone a parco e delle aree periurbane, a causa dell’abbandono delle attività agricole e della forte pressione antropica, che si accentua sulle aree costiere, e dovunque minaccia gli ultimi lembi di natura suscettibili di valorizzazione e di conservazione.
2. Diffusa necessità di interventi di tutela del paesaggio e degli ambiti naturali esistenti e di valorizzazione delle preesistenze storico-architettoniche, e inadeguata capacità della pubblica amministrazione di provvedervi.
3. Segni rilevanti del sottosviluppo in città e paesi: città sotto - standard, per consistenza e qualità delle opere e degli spazi pubblici, per servizi da realizzare, gestire ed erogare;
4. Diffusa scarsa qualità urbana quale esito evidente di politiche urbanistiche sbagliate, che hanno favorito l’espansione incontrollata degli insediamenti e il progressivo abbandono dei centri storici, che non hanno saputo porre rimedio ai fenomeni di illegalità e abusivismo devastanti;
5. Livelli elevati e diffusi di rischio idrogeologico e sismico;
6. La necessità e l’urgenza di porre rimedio a tali situazioni, anche ricorrendo a moderni strumenti di pianificazione territoriale urbanistica.
La LUR, fu concepita per disciplinare “la pianificazione, la tutela e il recupero del territorio regionale, nonché l’esercizio delle competenze e delle funzioni amministrative ad esso attinenti” in maniera fortemente innovativa” in attuazione dei principi di partecipazione e sussidiarietà, di cooperazione, di responsabilità e autonomia delle amministrazioni subregionali e locali, di efficacia della pianificazione, di equità e solidarietà sociale, di sostenibilità”.
L’impalcato di principi e regole della legge, era e resta tale da poter non solo favorire la gigantesca opera di messa in sicurezza del territorio e di restauro ambientale, necessaria per restituire dignità ad un territorio così a lungo violentato, ma può concorrere alla costruzione di una società più giusta ed evoluta.
Con l’adozione del Psc, l’Amministrazione Comunale aveva responsabilmente deciso di abbandonare i percorsi dell’emergenza e di intraprendere i percorsi del rispetto delle regole e della programmazione, recuperando prassi di legalità a lungo disattese, per restituire alla Città e a tutto il territorio qualità, vivibilità e sicurezza, per renderlo competitivo e avviarlo allo sviluppo sostenibile.
In relazione a ciò, è evidente che assume una particolare rilevanza il fatto che la Città di Reggio Calabria abbia approvato definitivamente il suo PSC, sia pure a tre anni dalla adozione, e dopo un lungo iter elaborativo durato 18 anni, ed ancor più in un contesto regionale in cui la LUR risulta ancora oggi largamente e ingiustificatamente disattesa dalla stragrande maggioranza dei comuni calabresi, che non riescono a superare resistenze retrive.
Ma è importante sottolineare, che con l’approvazione del PSC, Reggio ha fatto solo il primo passo coraggioso di dotarsi di uno strumento che, integrandosi con la più recente normativa (Rigenerazione urbana e territoriale, Microzonazione Sismica, Adattamento ai cambiamenti climatici, ecc.) e con gli strumenti di pianificazione strategica e di piani pianificazione di settore (aggiornati e da aggiornare, quali PTCP, PTA, PAI, PPC, Masterplan, ecc.), può agevolare e sostenere il percorso di transizione nel campo sociale, ambientale ed economico, al quale è obbligata ogni città che vuole perseguire uno sviluppo sostenibile e il bene comune.
La rivoluzione “copernicana” avviata, può, però, conseguire i vantaggi che promuove solo se saranno messe in campo le molteplici trasformazioni che essa stessa postula.
Evidentemente è anzitutto necessario che ci sia una Amministrazione comunale fortemente e con continuità determinata ad attuare il PSC, ma deve essere ben chiaro che questo processo investe problemi culturali, etici, sociali, per cui si richiede una mobilitazione collegiale, dei settori pubblico e privato e della società civile, guidata ”dai principi di responsabilità ed equità” .
Sicuramente carattere di urgenza rivestono:
1. La riorganizzazione- in termini di strutture, regole e competenze - dell’Ufficio di Piano, per una transizione non traumatica e non lesiva di diritti acquisiti dal vecchio al nuovo e una gestione competente ed efficace, equa ed etica, del nuovo strumento di piano;
2. Il rafforzamento del ruolo delle categorie professionali particolarmente impegnate nella pianificazione a cui compete stimolare e favorire, i processi di cambiamento che la legge postula- a livello delle istituzioni, a livello culturale generale, a livello di quadri conoscitivi, a livello disciplinare, a livello di strumenti, a livello di processi reali- che servono per agevolare l’attuazione del PSC;
3. Favorire e concretizzare il partenariato pubblico privato e ogni iniziativa utile pe fare da tramite tra gli uffici che hanno la responsabilità di attuazione del PSC e la popolazione che deve essere aiutata a comprendere le nuove regole di governo del territorio e le ragioni che le hanno determinate.
Tutte le molteplici iniziative culturali necessarie per rafforzare nei cittadini la cultura del piano e incrementarne la capacità di partecipazione informata vigile e collaborativa, che serve all’attuazione dello strumento.
Il legislatore riconosce importanza notevole alla partecipazione dei cittadini e la favorisce, ma è fondamentale l’impegno di tutte le istituzioni politiche, civili e religiose, per renderla concretamente possibile, creando le condizioni necessarie perché l’intera comunità riesca a riassumere e declinare “nella vita, il linguaggio della speranza che sostanzia la responsabilità civica e civile e corrobora il protagonismo creativo nella sfera socio-culturale e politica della civitas”.
APPENDICE
(*) Intervento del Sindaco Falcomatà.
«Reggio Calabria: la città delle transizioni, plurifunzionale e accogliente, in una nuova dimensione. Oggi è una data storica per la nostra città che saluta per sempre dal punto di vista urbanistico gli anni 70 e transita verso il futuro. Oggi in Consiglio comunale il nostro sì definitivo al Piano Strutturale Comunale (Psc) e al Regolamento Edilizio Urbanistico (Reu). È un sì alle aspirazioni e alle prospettive di sviluppo della nostra città e dell’economia locale, il disegno di come sarà la nostra Reggio. Una città finalmente coerente con la morfologia fisica del territorio e, soprattutto, con la disciplina d’uso del suolo. Una città che finalmente si dota di una strategia di sviluppo. Come cambia la città con il Psc? Intanto definendo lo spazio urbanizzato e urbanizzabile per - conservare e valorizzare le potenzialità ambientali: la costa, i luoghi pedemontani, l’alta collina, il parco urbano a Pentimele e il parco urbano a Bocale; - definire la “trama verde” e la rete degli spazi aperti urbani; - riqualificare e recuperare le parti della città edificate non conformemente al piano vigente dotandole di urbanizzazioni primarie e secondarie; - rinnovare e conservare la città storica, riqualificare e rigenerare le periferie. È il nuovo disegno di una città che integra le funzioni terziarie, artigianali e commerciali con quelle residenziali, migliorando l’aspetto organizzativo e morfologico nel rispetto della riduzione del consumo di suolo. Nel PSC abbiamo inserito obiettivi urbanistici caratterizzati dalla esigenza della «messa a norma» della città esistente con il disegno di un progetto sostenibile di territorio che recepisce e racchiude tutti i documenti programmatici fatti fin qui: l’Agenda 21 e il Piano Strategico, il Rapporto ambientale ai fini di VAS-Vinca e il Piano di zonizzazione acustica. Ma soprattutto il Psc serve alla città e ai suoi cittadini per la costruzione di un quadro conoscitivo culturale e sociale condiviso, per l’ascolto della popolazione, per il miglioramento della vivibilità, per la prevenzione, la sicurezza. Il Psc è lo strumento che ci assicura coerenza territoriale e ambientale, la prevenzione dei rischi naturali maggiori e la riduzione/eliminazione di fonti maggiori di impatto come il rumore e le polveri. Il Psc tiene per la prima volta conto dello spazio rurale, non come far west della speculazione edilizia ma come luogo della valorizzazione delle colture agricole più produttive e pregiate, del patrimonio forestale, dello sviluppo del turismo rurale e dell’agriturismo fondato sulla conoscenza ed il recupero del patrimonio etno-antropologico e sulla tradizione enogastronomica. Per la prima volta i due spazi, quello urbano e rurale della nostra città diventano integrati e solidali per mezzo del progetto della rete delle infrastrutture di trasporto nel rispetto dei vincoli di tutela propri nonché della disponibilità di risorse economico-finanziarie. Da oggi entriamo in una nuova dimensione: Reggio Città Metropolitana, sia rispetto ai comuni dell'area vasta metropolitana che nei confronti dell'Area integrata dello Stretto, istituita dalle regioni Calabria e Sicilia. È il tempo di transizioni già mature, per rendere reale una visione di città plurifunzione, resiliente e accogliente: una città bella, una città attrattiva. La nostra Reggio».
Reggio Calabria 11 gennaio 2020
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