Avvenire di Calabria

L'associazione degli industriali calabresi ha chiesto un incontro con il Viminale

Confindustria: «Se l’interdittiva non è l’eccezione»

Francesco Bolognese

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Concepita dal legislatore come misura preventiva, finalizzata a contrastare le pericolose infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto socio economico del nostro Paese (talvolta andate a “buon fine”), l’interdittiva antimafia, si sta rivelando, per certi versi una “regola” e non l’eccezione.
Tante e tali sono le decisioni assunte dalle varie prefetture d’Italia, di cui le cronache dei mass media quotidianamente danno contezza.
Provvedimenti, questi ultimi, non sempre “rivisti e corretti” dai giudici “investiti” dalle controparti.
Giova ricordare che l’adozione delle interdittive antimafia può prescindere da eventuali responsabilità penali di soggetti che hanno rapporti con la pubblica amministrazione, basandosi sugli accertamenti compiuti dagli organi di polizia sottoposti a valutazione del prefetto.
Gli industriali calabresi hanno manifestato in questi giorni qualche perplessità. Se a ragion veduta lo vedremo nelle prossime settimane.
"Come Associazione degli Industriali non intendiamo in alcun modo mettere in discussione la validità di questo strumento in chiave di prevenzione e contrasto verso i molteplici tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto produttivo e nei conseguenti rapporti con la pubblica amministrazione, nella stessa misura, riteniamo indispensabile che si avvii con assoluta urgenza un momento di confronto su possibili correttivi che, alla luce delle esperienze fin qui maturate, si rendono necessari per evitare di attenuare l'efficacia della stessa. In questa ottica, un primo aspetto che ci sentiamo di porre in evidenza riguarda il carattere della misura che, a nostro avviso, non può che rivestire natura giurisdizionale. Tenuto conto della valenza nazionale dello strumento, del contesto normativo nel quale trova naturale collocazione e di quanto ad esso connesso”. A tal fine “nei prossimi giorni investiremo della questione il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia perché possa intraprendere una tempestiva iniziativa di confronto con il Ministro dell'Interno ai fini di affrontare con efficacia e visione globale le questioni aperte". Nel mentre gli industriali calabresi auspicano “la necessità di rafforzare e rendere più efficienti i sistemi di verifica propedeutici alle 'white list' e le procedure per il rilascio delle certificazioni antimafia”.

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