Avvenire di Calabria

Dai piani di accumulo alla diversificazione: queste alcune ''azioni'' che mettono al sicuro i sacrifici dei cittadini

Consulenza per famiglie calabresi, la ricetta di Banca Generali

Redazione Web

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Banca Generali Private al fianco delle famiglie della Calabria, regione in cui agli effetti della pandemia si stanno sommando incognite economiche e finanziarie. In questo 2020 ricco di complessità, la prima Banca private di Piazza Affari ha visto crescere la propria presenza sul territorio in scia ad un rinnovato bisogno di consulenza evoluta da parte dei risparmiatori calabresi. Una crescita che si è tradotta anche nei numeri: nonostante le complessità, nei primi 9 mesi dell’anno Banca Generali ha mantenuto gli utili sui livelli del 2019 (195 milioni di euro), portando le masse ad un nuovo record a oltre 70 miliardi. Risultati ottenuti appunto anche grazie alla fiducia dei ri- sparmiatori calabresi che possono contare su una rete composta da 25 private banker presenti su tutto il territorio e operativi nelle sedi di Cosenza, Lamezia Terme e Reggio Calabria.

«Il nostro primo obiettivo come consulenti, in questo periodo complesso, è stato quello di mostrare vicinanza ai nostri clienti. In questo siamo stati favoriti da un modello di business che da sempre mette il digitale al servizio della relazione e che ci ha consentito di poter rispondere con efficacia alle rinnovate necessità delle famiglie del nostro territorio» spiega Rosario Iannolo, Discrict Manager di Banca Generali in Calabria e Campania che aggiunge: «Anche grazie ai nuovi servizi di consulenza evoluta e alla nostra piattaforma esclusiva siamo stati in grado di accompagnare le famiglie nelle sfide per la protezione del risparmio, con un approccio analitico applicato non solo agli investimenti finanziari, ma anche relativamente alla gestione di partecipazioni, nelle successioni e passaggi generazionali, in quella degli immobili».

Al centro delle richieste delle famiglie calabresi c’è la cura della protezione dei loro risparmi, come conferma ancora Iannolo. «Nelle prime settimane di diffusione della pandemia a marzo scorso, la preoccupazione delle famiglie era legata all’aspetto finanziario. Poi gli scossoni sui mercati finanziario hanno acceso una luce sulla necessità di guardare anche agli investimenti. Noi di Banca Generali ci eravamo, però, già mossi per tempo, guidando le famiglie nella rimodulazione delle posizioni più rischiose alle prime avvisaglie di potenziali crisi. Dopo la fase acuta della pandemia, abbiamo quindi valutato nuovamente i portafogli della clientela scegliendo soluzioni più in linea con il rinnovato contesto dei mercati ». Gli ultimi mesi, quelli della temuta seconda ondata della pandemia, sono stati segnati da nuove preoccupazioni che dalla situazione sanitaria ancora una volta sconfinano sul fronte economico come testimoniano i dati riguardanti la Calabria e, in generale, tutto il Paese. Una conferma arriva da Abi e Bankitalia che, nel loro ultimo report, evidenziano come i depositi su conti correnti abbiano raggiunto la soglia record di oltre 1.682 miliardi di euro, pari quasi all’intero Pil nazionale. Un indicatore di paura, ma anche un rischio. Per far fronte a questa realtà, Banca Generali ha messo in campo alcune nuove soluzioni pensate per aiutare la clientela ad entrare progressivamente nel mercato senza assumersi troppi rischi. «Il contesto che viviamo e quello dei prossimi mesi sarà dominato da un alto livello di volatilità ma tenendo bloccati i risparmi sul conto corrente si rischia di perdere le opportunità che pure ci sono all’orizzonte.

Per questo una soluzione potrebbe essere quella di entrare progressivamente sfruttando i piani di accumulo, oppure aumentare il livello di diversificazione con strumenti di investimento sostenibili che si dimostrano più resilienti agli stress di mercato. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di aumentare il livello di decorrelazione puntando su strumenti alternativi che consentano magari di dare un sostegno anche all’economia reale. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare le altre componenti del portafoglio, come ad esempio quella immobiliare, aziendale e la valorizzazione delle proprietà artistiche» conclude Iannolo.

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