Avvenire di Calabria

La mostra collettiva è stata allestita in occasione del 25 aprile presso il museo del Liceo artistico Mattia Preti

Contro le guerre, espressioni d’arte a Reggio Calabria

L'evento coinvolge diversi enti, associazioni e artisti reggini e no solo con lo scopo di spiegare il dramma dei conflitti ai ragazzi

di Redazione Web

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“Contro tutte le guerre, espressioni d’arte”, è il titolo della mostra inaugurata il 25 aprile a Reggio Calabria, in occasione della festa della liberazione d’Italia.

Una mostra che coinvolge il mondo della scuola. Voluta fortemente dall’Associazione Venticinqueaprile di Reggio Calabria e sostenuta con entusiasmo dal Liceo Artistico di Reggio, dall’Accademia di Belle Arti, dal Conservatorio di musica Francesco Cilea e dal nuovo corso di laurea in design della facoltà di Architettura di Reggio Calabria, patrocinata dal Comune e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria si trova esposta presso il museo d’arte del Liceo Artistico Mattia Preti ed è aperta al pubblico fino a sabato 30 aprile nelle ore antimeridiane, dalle 9.00 alle 13.00.


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«Abbiamo voluto dare un segnale forte con il titolo di questa mostra per auspicare che presto la guerra tra Ucraina e Russia possa finire al più presto – dice il fondatore dell’Associazione Venticinqueaprile prof. Vitale – e che in tutto il mondo ci sia la pace».

Contro la guerra, le espressioni d'arte

Alla mostra hanno partecipato sette artisti calabresi tra cui il virtuoso talento reggino Antonio Federico con la sua opera: “Questa era una scuola”.

«Dateci un buon motivo per combattere? La cultura. Perché non esiste una cultura per la guerra, la guerra cancella ogni dottrina, ogni insegnamento, ogni cosa» afferma l’artista di Reggio Calabria Antonio Federico, coinvolto nell'iniziativa "Contro le guerre, espressioni d'arte".

«La guerra – aggiunge Federico –  è involuzione umana un gesto primordiale e sanguinario, il male allo stato brado. La vittoria del maligno. Ecco un buon motivo per combattere, combattere culturalmente per secoli di studio, per manoscritti tramandati, per l’arte nelle cattedrali, per il sudore di ogni uomo onesto, per la passione di un docente che illumina le menti dei suoi ragazzi, per l’amore di una mamma che stringe al petto il figlio. La guerra spegne ogni luce, ma la cultura alimenterà sempre la fiamma della speranza – conclude l’artista.

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