Avvenire di Calabria

La riflessione del direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova sui lavori del 43° convegno conclusi giovedì a Salerno

Convegno Caritas, incroci e strade per abitare relazioni dal “sapore” sinodale

Maria Angela Ambrogio: «È stata un'occasione per misurare la nostra "temperatura" e rimetterci in gioco per sanare le tante ferite, a partire dal nostro sud»

di Maria Angela Ambrogio *

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Si è concluso giovedì a Salerno il 43° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che ha riunito dal 17 al 20 aprile 660 delegati da 173 diocesi. All'incontro nazionale era presente anche la Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova. A rappresentarla il direttore Mariangela Ambrogio, il vice direttore don Nino Russo e il segretario Alfonso Canale.

I lavori hanno visto le diverse esperienze diocesane confrontarsi e fare sintesi su più temi: dalle povertà sociali ed educative, all'accoglienza dei migranti, con la proposta di don Marco Pagniello direttore di Caritas italiana di dar vita a un «piano di corresponsabilità tra Chiesa, società civile e istituzioni contro le povertà». Qui di seguito vi proponiamo la riflessione conclusiva di Maria Angela Ambrogio, direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova

Convegno Caritas diocesane, la riflessione di Maria Angela Ambrogio

Il convegno annuale delle Caritas diocesane è sempre una rinnovata occasione per l'incontro e la condivisione. Per fare il punto della situazione, per comprendere come essere profetici in questo tempo che assume, verso le persone fragili, un aspetto ostile e disumano.


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Sono stati giorni intensi durante i quali abbiamo misurato la temperatura delle nostre Caritas, del nostro metterci in gioco, nonostante noi e il nostro spesso “fallire”. La delegazione Campana ha predisposto tutto, perché tutti potessimo sentirci accolti. Tanta “voce” è stata data alle ferite che nel nostro sud non fanno altro che accrescere i divari. 

Essere “profetici”, è oggi leggere la realtà. Aiutare a educare gli sguardi, a cambiare il lessico, ad abitare i luoghi, creando dei “significati” insieme agli altri.

Il tempo sinodale ci chiede di “camminare insieme”, ed interpella le Caritas - prima di fare o dare qualcosa - ad essere lievito, sale, luce. A ridisegnare la funzione pedagogica, attraverso un metodo che non va mai in scadenza: ascoltare, accogliere, accompagnare... Siamo chiamati a curare le relazioni, riscoprendo l’umanità dell’altro e condividendo la nostra.

Ogni giorno la Parola e le testimonianze si sono fuse e ci hanno fatto dono del Vangelo fatto carne. Ed ancora i giovani, hanno richiesto il loro spazio e li abbiamo ascoltati, perché loro più di tutti hanno ancora bisogno di sentire parole di pace, di giustizia e verità: di avere testimonianza di persone innamorate di Gesù.


PER APPROFONDIRE: Caritas diocesane, conclusi i lavori: «serve un patto di corresponsabilità Chiesa-società»


Quattro giorni colmi di gioia e di spunti di riflessione, conclusi con l'impegno di «ricomporre le fratture» nei nostri gruppi, con le istituzioni, provando a fare sistema dentro azioni che siano sempre più comunitarie, dove siamo chiamati a fare la nostra parte nell’ottica della corresponsabilità, sottolineando che la Caritas è Chiesa, e la Chiesa ha il compito di appassionare all'amore gratuito di Dio.

* direttrice Caritas diocesana Reggio Calabria - Bova

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