Avvenire di Calabria

Emergono i dettagli dall'incontro nottetempo tra la cooperativa sociale

Coop Rom 1995, solo una proroga bimestrale

Federico Minniti

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Una proroga “in prova” per un servizio, però, già espletato da ventidue anni. Gli operatori della cooperativa Rom 1995 potranno tirare un sospiro di sollievo, a metà. Lo “spauracchio” del licenziamento collettivo è – temporaneamente – allontanato. Infatti, il servizio di ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti resterà in capo alla cooperativa, almeno per i prossimi due mesi, unitamente allo stoccaggio della “spazzatura elettronica”. Niente da fare per la gestione dell'isola ecologica seppure– a pochi metri dalla sede della coop – ne sia stata aperta una nuova di zecca dal Comune di Reggio Calabria. Quell'area sarà, però, totale pertinenza dell'Avr, l'azienda aggiudicataria della gestione del ciclo rifiuti nella città dello Stretto.
La storia della Rom 1995 rappresenta un unicum: infatti, grazie al supporto della Caritas diocesana di Reggio Calabria e delle realtà operanti nel terzo settore locale, è stata la prima cooperativa ad avere in concessione un bene confiscato alla 'ndrangheta, precisamente al boss Aquilino del rione Condera: un luogo divenuto caro ai cittadini reggini che hanno apprezzato l'attività efficiente ed efficace della cooperativa. Efficiente perché rispondeva in modo legale ad una necessità, quella dello smaltimento di mobili, elettrodomestici e quant'altro non rientrava nel rifiuti solidi urbani, che per troppo tempo era rimasto nell'alveo delle attività del malaffare. Era proprio la comunità nomade ad effettuare il “porta a porta” abusivo. A metà degli anni '90 l'idea di “trasformare” quella usanza in un'occasione di lavoro proprio per la comunità rom, specialmente per tutti i giovani che erano già stati colpiti da restrizioni detentive per reati penali. Per questo l'attività della Rom 1995 è da subito diventata socialmente efficace. Il tutto fino allo scorso 10 dicembre.
La nuova gara d'appalto sulla gestione del ciclo dei rifiuti, aggiudicata dall'Avr - società romana attiva negli appalti pubblici in Calabria – non contemplava l'azione della cooperativa sociale. Un aspetto burocratico che fa allontanare le due realtà coinvolte, ossia Avr e Rom 1995. Una distanza colmata da una prossimità geografica delle due sedi operative, una accanto all'altra.
Un paradosso, sottolineato dalle parole di apprezzamento espresse dall'Amministrazione comunale di Reggio Calabria proprio alla Rom 1995 in occasione dell'inaugurazione della nuova isola ecologia. Un'area che, nel tempo, è stata pure fonte di stimolo reciproco tra gli uffici del comune capoluogo e la stessa realtà sociale di cui oggi si raccolgono i frutti. La casa sottratta alla 'ndrangheta rischia di chiudere i battenti: alla cooperativa è rimasto – con una commessa certa – solo lo smaltimento dei rifiuti elettronici. Troppo poco per dare sostenibilità alla Rom 1995 con i suoi venti dipendenti che, grazie alla coop, sono riusciti ad emanciparsi da un forte contesto di disagio.
Un primo passo comunque si è fatto. L'accordo, raggiunto nottetempo per via di un crescente malcontento tra la cittadinanza, ha fatto rivedere le proprie posizioni all'amministratore delegato di Avr, Claudio Nardecchia. Da Palazzo San Giorgio, sede dell'amministrazione comunale di Reggio Calabria, garantiscono dell'impegno del sindaco, Giuseppe Falcomatà, sulla vicenda. Alchimie geopolitiche, su un settore – quello della gestione della “monnezza” al centro dell'attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che hanno convinto Avr a riattivare una trattativa arenata su proposte ritenute «irricevibili» dalla cooperativa. Poi la rimodulazione delle parti con la possibilità, seppur per soli sessanta giorni, di una nuova primavera per la Rom 1995

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