Avvenire di Calabria

I docenti hanno scritto ai propri alunni in occasione della settimana santa che si incastra in questa prolungata esperienza forzata di «fare scuola fuori dalla scuola»

Covid-19. L’invito dei prof di religione: «Ragazzi, dialoghiamo?»

Redazione Web

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In questa prolungata esperienza forzata di “fare scuola fuori dalla scuola”, per fatti che ci sembrano più grandi di noi, resistiamo e continuiamo a dialogare, a casa con i vostri familiari (chissà quando si ripresenterà un’occasione come questa), tra voi compagni e “perfino” con i vostri prof, senza inflazionare i discorsi, ma per metterci insieme in ascolto reciproco e del nostro cuore.

Uscite da voi stessi (non da casa!) e come Lazzaro nel Vangelo di San Giovanni: “vieni fuori”, rinasci, ritorna ad essere vivo e impegnato in tutti i sensi, e non stare a “guardarti l’ombelico”, oggi che si deve ripetere il mantra “non ci salviamo da soli”. Cominciate, provando  a dire una parola o fate una gentilezza a qualcuno che avete vicino, rispetto alle migliaia che forse senza accorgervene,  avuto e continuate a ricevere dagli altri. Perché no,  proponete di “cantare” o fare musica insieme, se siete capaci... Se poi riuscite, senza uscire!, ad essere solidali in qualche modo… Fatevi la domanda ogni tanto, come disse J.F. Kennedj agli americani per realizzare il sogno della “nuova frontiera” (mito della mia generazione ), ”chiediamoci, io che posso fare per gli altri” e non stare sempre a lamentarsi “ma gli altri”( genitori, amici, scuola, sindaco, governo, Europa, chiesa. ..) che stanno facendo per me?

Dobbiamo riconoscere che questi giorni in cui la stessa vita viene aggredita e minacciata, risulta sofferente per tanti, appare insicura e limitata per il mondo e per tutti noi, adulti o ragazzi, ci stanno cambiando pure di dentro. Vengono messe  a prova tutte le e certezze e spavalderie alle quali ci aggrappavamo. E dopo un mese di “quarantena” si deve davvero esprimere,  con sincerità  e ammirazione, apprezzamento verso la fatica intelligente sia dei vostri familiari (chi crede sta ringraziando Dio qualche volta, per la vita e la salute, la sicurezza, l’affetto e tanto altro  che vi assicurano?)  che dei vostri professori, incontrati nelle “aule virtuali”, ora che sono un poco come “disarmati” senza i normali strumenti di lavoro (e dei soliti voti o sanzioni disciplinari!!!). 

Oltre a conoscenze e  abilità tecniche, e vi richiamo a coltivarle bene,  che tutti gli altri Insegnanti   stanno cercando di darvi credetemi,  oltre ogni obbligo e stipendio, come Insegnante di religione, spesso  agli occhi di alcuni come “l’ultima ruota del carro” quando stavamo a fare scuola “dentro la scuola”, ora che siamo impegnati per forza a saldare la vita reale con il  fare “ scuola fuori dalla scuola”, voglio utilizzare le “mie” conoscenze, qualche abilità  e la competenza  sull’uomo, la “resilienza” (sorta di “resistenza”, concetto tecnologico sui materiali che psicologico e morale), le “skill life” (“competenze per la vita”) si chiamano tecnicamente, per metterle a vostro servizio.

Da qui, possiamo approfondire insieme la seconda parola chiave dei nostri pensieri:  Responsabilità, dai ragazzi spesso messa al secondo posto rispetto alla Libertà (“fare quello che ci pare e piace”, “delirio di onnipotenza” smontato dal coronavirus!) al primo posto. Ma oltre la Costituzione art. 2,  sui “doveri” insieme ai “diritti”,  il cantante Giorgio Gaber (La libertà), ci ricordava “Voglio essere libero, libero come un uomo…Libertà non è stare sopra un albero…Libertà è partecipazione!”(testo e musica, in www.youtube.com › watch); nel senso di “prendere “parte”, dichiarare “da che parte si sta”, ad es. rispetto alla ‘ndrangheta! o nella pandemia…

Condivido Papa Francesco, comunque la pensiate sulla Chiesa, una voce autorevole e a servizio dell’umanità, che si è detto molto colpito da un articolo scritto sul giornale Repubblica dal conduttore televisivo Fabio Fazio sulle cose che sta imparando da questi giorni, in particolare il riscoprire che  "i nostri comportamenti influiscono sempre sulla vita degli altri”. Siccome ritengo che non  potrei dirle in modo migliore e più efficace, di come è capace un importante giornalista, in questa Lettera agli Studenti (2) vi ripropongo tale e quale l’articolo (il copia-incolla lo sapete fare pure voi…). Ma è come se vi parlassi io, almeno al 90 per cento delle affermazioni e considerazioni. Arrivate fino in fondo e “meditate gente”, come diceva Renzo Arbore in TV. Vi assicuro che non sprecherete tempo. Se qualcosa non è chiara o non condividete, dato che “stiamo facendo scuola” “oltre la scuola”, e siamo abituati a discutere di tutto criticamente per crescere tutti rispettandoci e ascoltandoci come sempre (o quasi!!! per qualche studente).

Piccola aggiunta, per deformazione professionale, non so se ricordate la Genesi nella Bibbia, quando Dio dice ai nostri progenitori “dov’eri Adamo?”, ed a Caino dopo l’assassinio di Abele : “dov’è tuo fratello?”, domande forti e impegnative che la nostra coscienza ci deve porre. Dagli studiosi queste parole lapidarie sono pure spiegate come per esprimere in termini morali: “e tu dove sei?”, “che stai  facendo”?, “da che parte stai”, “la tua parte la stai facendo”. Perché e ricordiamocelo, “tutti siamo responsabili di tutti”, anche chi vive da ragazzo a Reggio Calabria nei giorni del Corona Virus.

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