Avvenire di Calabria

Entrambi professionisti nella ristorazione che da novembre ad aprile, lavorano in Alta Savoia e risiedono in Puglia, mentre il figlio trascorre questo tempo coi nonni in Calabria

Covid, due genitori reggini riescono a ricongiungersi col figlio

Redazione Web

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Tra gli effetti del Coronavirus c'è la frammentazione dei legami familiari. Sì, proprio così. Le storie di genitori lontani dai figli sono davvero moltissime: per necessità di lavoro, infatti, tante mamme o tanti papà vivono «da pendolari» in attesa di potersi ricongiungere definitivamente coi propri cari. Il lockdown ha interrotto l'andirivieni tipico dei week-end o dei ponti sfruttati per stare assieme a casa.

 
È capitato anche a Riccardo e sua moglie Aida, entrambi professionisti nella ristorazione che da novembre ad aprile, lavorano in Alta Savoia. Lo chef e la consorte per garantire la continuità didattico-educativa hanno scelto di non trasferire con sé il proprio figlio di 4 anni che - nei mesi dell'attività in Piemonte - rimane a casa dei nonni materni. Solitamente - ovvero prima del Coronavirus - erano soventi gli spostamenti per incontrarsi, ma da febbraio Riccardo e Aida non riescono a ricongiungersi col proprio figlio.
 
Tutto bloccato, ristoranti chiusi e la coppia è tornata a casa propria in Puglia, esattamente a Biccari, un borgo in provincia di Foggia. Soltanto 545 chilometri li distanziano dal loro piccolo, ma sono impossibili da percorrere: la burocrazia e lo stato emergenziale fanno da barriera. Nessuna comprensione: Aida e Riccardo non possono incontrare loro figlio «per ordinanza». Dopo diversi tentativi istituzionali si è aperta una breccia: è stata la Croce Rossa Italiana di Reggio Calabria che, grazie a un lavoro sinergico con le sale operative delle regioni Calabria e Puglia, è riuscita nel "miracolo" far incontrare genitori e figli a metà strada.
 
Esattamente a Sibari. Da un lato le tute rosse pugliesi hanno "scortato" Riccardo, dall'altro i volontari reggini hanno accompagnato quel «faccino furbetto, uno zainetto in spalla e un tablet per passare il tempo» come descrivono il bimbo che ha finalmente potuto riabbracciare i propri genitori dopo oltre 2 mesi di lontananza. Un piccola storia «a lieto fine» che permette di immaginare a un futuro imminente in cui tante relazioni familiari come quella di Riccardo, Aida e il figlio potranno finalmente tornarsi ad abbracciare a casa propria.

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