Avvenire di Calabria

Perché affrontare, oggi, il percorso di preparazione al Sacramento? Per far crescere una fede matura dentro la famiglia in formazione

Crisi dei matrimoni? Rivalutare il fidanzamento

Papa Francesco ha chiesto ai giovani di rivalutare il tempo del fidanzamento. Un percorso di conoscenza e formazione della coppia

di Simone Gatto *

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Crisi dei matrimoni? Rivalutare il fidanzamento. Perché affrontare, oggi, il percorso di preparazione al Sacramento? Per far crescere una fede matura dentro la coppia.

Crisi dei matrimoni? Rivalutare il fidanzamento

Nel tempo in cui la Chiesa riflette sulla sinodalità, accompagnare i fidanzati al matrimonio diventa, per le parrocchie e le zone pastorali che offrono questo servizio, una pregiata opportunità di incontro, una provocazione preziosa per crescere nell’ascolto e per raffinare il linguaggio, rendendo più prossimo il Vangelo. La preparazione al sacramento del matrimonio, infatti, nel percorso evolutivo della coppia, si presenta come una svolta, un momento di consapevolezza nuova che il tempo trascorso assieme richieda un impegno ulteriore, una certa adesione all’amore che ha conquistato e convinto gli stessi nubendi.


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Nel momento storico in cui si da particolare risalto alle esperienze, potremmo anche dire che il percorso in preparazione al sacramento del matrimonio, sia esso immediato o remoto, si presenta come un’esperienza di Chiesa, dove l’incontro e il confronto divengono un’occasione propizia per riappropriarsi di un cammino ecclesiale, molto spesso interrotto nel pieno dell’adolescenza, e per maturare la convinzione che il “noi” della coppia ha sempre bisogno di aprirsi al dialogo, per non vivere un amore autosufficiente.

In più occasioni, parlando ai fidanzati, papa Francesco ha ribadito la necessità di «rivalutare il fidanzamento ». In esso, infatti, «si rintraccia la volontà di custodire insieme qualcosa che mai dovrà essere comprato o venduto, tradito o abbandonato » e questa realtà è l’amore. L’amore, infatti, porta in sé non soltanto la capacità di custodire

ma anche, e soprattutto, la necessità di essere ravvivato e custodito. La preparazione al matrimonio, dunque, ha come fine quello di aiutare i nubendi a desiderare ciò che Cristo ha desiderato per loro e a volere ciò che Cristo ha voluto per loro. L’orientamento non è principalmente verso l’altro, ma insieme all’altro verso Cristo, affinché si realizzi, mediante il sacramento del matrimonio, quel «mistero grande» del quale l’apostolo Paolo racconta, in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Con parole più semplici, potremmo dire che il percorso in preparazione al Sacramento del Matrimonio è volto a riconciliare, nella percezione della coppia, la verità con la carità (amore). Tale assunto è un frutto maturo della eredità teologica e spirituale di Papa Benedetto XVI il quale, fuori da ogni metafora, ha insegnato come «solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. Senza verità la carità scivola nel sentimentalismo dove l’amore diventa un guscio vuoto da riempire arbitrariamente».


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La questione, anche tra le resistenze iniziali delle coppie che si preparano al matrimonio, non verte sulla necessità o utilità di tali percorsi, come se si dovesse ancora motivarne la convenienza, ma sulla loro validità, cioè se i percorsi offerti dalle comunità parrocchiali siano veramente capaci di intercettare e di rispondere ai bisogni delle coppie, rendendo più consapevole, ma non per questo meno entusiasta, la scelta dei nubendi.

È il momento di riconoscere con umiltà che, in non poche occasioni, abbiamo mancato l’obiettivo, abbiamo sprecato l’opportunità di annunciare la gioia del Vangelo, presentando il matrimonio, come spesso ribadito da papa Francesco, non come un ideale alto ma come una «meta irraggiungibile» e che, molto spesso, ha scoraggiato i giovani piuttosto che rafforzarne la convinzione e l’impegno.

In conclusione, nello scenario che interessa le criticità dell’educazione, ancora vissute come la “grande sfida”, è necessario che il percorso che prepara i nubendi al giorno delle nozze non si presenti come momento isolato, o come l’ultimo ostacolo a un passo dalla meta, ma divenga un passaggio naturale, capace di rafforzare e integrare convinzioni precedentemente maturate in famiglia, o all’interno della comunità ecclesiale, divenendo, proprio queste, autentiche palestre capaci di discernere e consolidare la vocazione nuziale.


* direttore Ufficio Famiglia

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