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Nel Salone degli Stemmi della Prefettura di Reggio Calabria è stato siglato un Protocollo di intesa che punta all'integrazione socio-lavorativa dei detenuti. L'iniziativa coinvolge un'ampia rete di enti e istituzioni locali per favorire il reinserimento dei beneficiari attraverso formazione professionale e supporto all'inserimento lavorativo.
Il Protocollo, firmato il 29 ottobre 2024 presso la Prefettura di Reggio Calabria, punta a creare percorsi di formazione e orientamento professionale per chi è soggetto a restrizioni della libertà personale.
Tra i firmatari figurano l’Assessorato regionale alle politiche per il lavoro, il Tribunale di Sorveglianza, le direzioni degli Istituti penitenziari locali e varie associazioni come Confindustria, Ance, Fai e il Garante dei diritti delle persone detenute. Obiettivo condiviso è garantire ai beneficiari l’accesso a una formazione specializzata per operare con professionalità e sicurezza nei cantieri edili.
L'iniziativa prevede specifici percorsi di formazione professionale, orientamento e avvio al lavoro, basati su una strategia di coordinamento delle risorse e competenze messe in campo dagli enti coinvolti. A monitorare l'effettiva attuazione del Protocollo sarà una Cabina di regia istituita presso la Prefettura, che avrà il compito di assicurare il corretto svolgimento delle attività e il raggiungimento degli obiettivi stabiliti.
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Le direzioni degli Istituti penitenziari e l’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna si occuperanno di identificare i detenuti idonei, che potranno accedere ai corsi di formazione previa autorizzazione della Magistratura di Sorveglianza. I percorsi formativi saranno gestiti dall'Ente Scuola Edile Formazione e Sicurezza, mentre tirocini e orientamento saranno curati dal Centro per l'impiego e da Arpal. A supportare l’effettiva integrazione lavorativa dei beneficiari contribuiranno anche Confindustria, Ance, Fai e l’Ordine dei Consulenti del lavoro, favorendo così l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Questo Protocollo ambisce non solo a promuovere il reinserimento lavorativo, ma anche a offrire una seconda possibilità a persone che desiderano riscattarsi dagli errori del passato, contribuendo positivamente alla società. Come sottolineato nel comunicato della Prefettura, si auspica che «l’iniziativa possa offrire un esempio concreto di reintegrazione, capace di portare arricchimento sociale e professionale a tutto il territorio».
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