Avvenire di Calabria

È il tema del momento: dimensionamento scolastico in Calabria, paura per le scuole delle aree interne

Dimensionamento scolastico in Calabria, voce ai protagonisti istituzionali

Ma verranno veramente soppresse o accorpate? Ne abbiamo parlato con Princi, Cuzzupi e Rizzi

di Federico Minniti

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È il tema del momento: dimensionamento scolastico in Calabria, paura per le scuole delle aree interne. Ma verranno veramente soppresse o accorpate? Ne abbiamo parlato con Princi, Cuzzupi e Rizzi.

Cosa cambia in Calabria col dimensionamento scolastico?

Ha una marcia in più. E si vede. Gli anni da dirigente scolastica ne fanno un tecnico prestato alla politica, ma nell’intraprendenza - Giusi Princi, vicepresidente regionale con delega alla Pubblica Istruzione - ha il piglio di chi fa politica da sempre. Dimensionamento scolastico.

Prima campanella, prime polemiche?

In quanto materia tecnica, sono consapevole che c’è tanta disinformazione ed è importante fare chiarezza soprattutto per rispetto delle famiglie calabresi. La razionalizzazione della rete scolastica è l’applicazione di una legge nazionale: in Calabria eravamo fermi al 2012, complici anche gli ultimi anni in virtù delle deroghe-Covid.

La novità sostanziale riguarda i parametri: non c’è più un “tetto” minimo di 500 studenti per poter conservare l’autonomia scolastica. Oggi, per via dell’ultima Legge di bilancio, sono stati applicati i criteri Pnrr deliberati dal Governo Draghi ovvero le autonomie scolastiche - e quindi gli organici dei Dirigenti scolastici e dei Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) - sono ricalcolate sulla base della popolazione scolastica presente in regione.

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In che modo?

Alla Regione Calabria toccano 261 autonomia scolastiche cioè 79 in meno rispetto alla situazione attuale. Ribadisco: significa 79 dirigenti scolastici e altrettanti Dsga in meno. Nessun plesso verrà soppresso, quindi, nessun bambino non avrà fisicamente più la sua scuola. C’è un dato che vale la pena evidenziare: attualmente, in Calabria, ci sono già 80 scuole sottodimensionate dove non c’è un Dirigente scolastico titolare, ma vengono gestiti attraverso delle reggenze. La razionalizzazione, dati alla mano, è inevitabile.

Come si può evitare di depauperare quelle aree già a rischio spopolamento?

La Regione ha individuato delle linee-guida a maglie larghe che vadano a considerare i bisogni delle aree interne e dei comuni nei quali la presenza del Dirigente scolastico diventa fondamentale. L’indirizzo è stato dato alle province o Città metropolitana a cui compete - ai sensi del Decreto 112 del ’98 - la predisposizione dei Piani provinciali. A questi Enti tocca la fase di concertazione coi territori; da parte della Regione Calabria abbiamo ribadito di favorire gli accorpamenti nei grossi centri come le città capoluogo e i contesti urbani che superano i 15mila abitanti.

In particolare la situazione di Reggio Calabria appare, quantomeno mediaticamente, esplosiva.

Per la Città metropolitana di Reggio Calabria si tratta di 17 autonomie scolastiche in meno. È quindi fondamentale, in tal senso, lavorare col «criterio della compensazione» per salvaguardare le aree interne. In più abbiamo offerto uno strumento importante che è l’Osservatorio per il diritto allo studio.

Si tratta di una piattaforma - che offre una lettura georeferenziata dei territori - su cui sono stati riportate le indicazioni inerenti tutti i comuni calabresi rispetto ai livelli di disagio giovanile, dispersione scolastica, svantaggio socio-economico e culturale, collegamenti coi più vicini centri urbani e altri dati utili per qualsivoglia di valutazione. Mi corre l’obbligo di sottolineare che il dimensionamento scolastico è un obbligo di legge: se non si adempie entro il 30 novembre arriverà il commissariamento da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito.


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Proprio nel reggino è arrivato il ministro Valditara. Come giudica la sua visita?

Il ministro è tornato in Calabria: alcuni mesi fa lanciò l’Agenda Sud proprio dai nostri territori. A pochi mesi, su invito dai sindaci dei comuni della Locride poi visitati, ha deciso di dare questo segnale di attenzione. Come Regione abbiamo deciso di esserci perché riteniamo sia importante ricercare una presenza concreta dello Stato: di passerelle negli anni passati ne abbiamo avute fin troppi col rischio di stigmatizzare alcuni territori solo in ottica negativa.

E come si evita tutto questo?

Le faccio l’esempio di San Luca: noi abbiamo deciso di finanziare il Parco letterario intitolato a Corrado Alvaro. Quei territori non sono sinonimi di ‘ndrangheta, ma ci parlano di esempi luminosi della letteratura europea, se si pensa anche alla figura di Saverio Strati. Attraverso questo investimento vogliamo creare percorsi di turismo culturale, religioso e scolastico. La politica deve muoversi in questa direzione: ben venga la presenza del Ministro, ben vengano gli annunci in ambito scolastico. Noi proviamo a dare il nostro contributo e non solo con progetti strettamente legati a un territorio.

Torniamo ad occuparci di scuola: come si riparte?

A breve lanceremo il Progetto Invalsi che stiamo predisponendo con le Università della Calabria che prevede un contributo di 20mila per ogni Istituto-pilota che comporterà: il potenziamento didattico per le discipline di italiano e matematica, l’implementazione del servizio di mensa e l’ampliamento del “tempo pieno” a scuola. Sono azioni che stiamo portando avanti facendo squadra: la scuola deve restare al di fuori di ogni strumentalizzazione politica.

Quali sono i suoi impegni per gli studenti con disabilità?

Per la prima volta abbiamo erogato ai comuni calabresi ben 4,5 milioni di euro per attivare i servizi di prima necessità per gli studenti con disabilità: sono risorse che permetteranno di far entrare in classe l’assistenza specialistica o di avviare il servizio di trasporto scolastico. Questa misura sarà rimpinguata di ulteriori 2 milioni di euro. Da poco ho indirizzato una comunicazione all’Ufficio scolastico regionale della Calabria per annunciare l’attivazione del Progetto speciale per i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). Abbiamo così chiuso una parentesi nerissima per la Calabria: non si dovranno attendere anni per avere una diagnosi utile per predisporre i Piani didattici personalizzati bensì - grazie alla sinergia con le Asp calabresi e alle nuove assunzioni orientate a questo scopo - ci saranno le equipe dedicate alle scuole per l’individuazione precoce dei Dsa. Ma, quando si parla di scuola, bisogna tenere conto di tanti altri problemi…

Tipo?

C’è un altro impegno di cui andiamo orgogliosi: si tratta di un bando di 8 milioni di euro dedicato a tutte le famiglie con un ISEE inferiore a 15mila euro che potranno ricevere un voucher di 500 euro per affrontare il “caro scuola”. Sarà un procedimento diretto col coinvolgimento dell’Inps e riguarderà tutti gli studenti calabresi rientranti nei parametri e frequentanti le scuole secondarie di II grado.


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L'impegno della MetroCity

Rudi Lizzi, già vicesindaco di Gerace, è l’attuale delegato alla Pubblica Istruzione della Città metropolitana di Reggio Calabria. Da qualche settimana sta gestendo in prima persona una - come la definisce lui stesso - «patata bollente»: il dimensionamento scolastico.

Il territorio metropolitano di Reggio Calabria, infatti, perderà ben 17 autonomie scolastiche: alla MetroCity l’onere di individuare gli accorpamenti da fare. «L’approccio che stiamo avendo è puramente partecipativo: abbiamo indetto quattro conferenze metropolitane per recepire le istanze del territorio, adesso nel giorno di una settimana proveremo a fare sintesi. Qualunque scelta sarà concertata coi territori su cui ricadrà, quindi, a tal proposito verrà indetta un’ulteriore conferenza metropolitana per discuterne di dettagli e risvolti».

Lizzi, nel corso del nostro confronto, ribadisce a più riprese che «siamo obbligati ad assumere questa scelta. La legge ce lo impone e non è facile». Insomma, un atto tutt’altro che dovuto: «Parlando coi sindaci e dirigenti scolastici emerge in modo forte la necessità di preservare le scuole nei territori specie quelli più periferici».

Ad onor del vero, «i Punti di erogazione del servizio scolastico (Pes) resteranno sempre attivi, quindi, sostanzialmente agli alunni non cambierà nulla». Ciò che cambia è la gestione delle autonomie scolastiche che, in soldoni, vuol dire capacità di “presa” sul territorio.

Allargando l’orizzonte del ragionamento, a proposito di territori e aree interne, abbiamo chiesto allo stesso Lizzi un’opinione sulla presenza del ministro all’Istruzione e al Merito, Giuseppe Valditara, nella Locride: «Ho partecipato all’incontro a San Luca: il ministro ha lanciato diverse sollecitazioni in ambito di formazione dei docenti e di nuovi cantieri di edilizia scolastica, però ha omesso qualunque forma di riferimento al problema del dimensionamento scolastico che, ricordiamolo, è un diktat che arriva proprio dal Governo».

Resta «positivo l’interesse verso la Locride che, comunque, negli ultimi anni sta ricevendo una cura premurosa da parte della MetroCity: sono diverse le opere di edilizia scolastica intraprese così come di progettualità volte al contrasto alla dispersione scolastica» conclude il delegato Rizzi.


PER APPROFONDIRE: Una seconda opportunità chiamata scuola: l’esperienza dei corsi serali al “Panella-Vallauri”


Il punto di vista del sindacato

Riusciamo ad intercettarla durante una giornata di incontri istituzionali in Viale Trastevere, sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Ornella Cuzzupi è la segretaria nazionale dell’Ugl Scuola. Divide il suo impegno sindacale tra Reggio Calabria, la sua città d’origine, e la Capitale.

Con uno sguardo sensibilmente dedicato alle scuole del Mezzogiorno: «Ci sono territori in cui la scuola è l’unico avamposto di legalità. La scuola è lo Stato e la sua presenza non può essere “barattata” in nome di equilibri di bilancio».

Che fosse una passionaria, lo sapevamo, ma l’esordio della nostra intervista ce lo conferma. Sul suo tavolo c’è il dossier sul dimensionamento scolastico: «Si tratta di una questione molto delicata; non possiamo trattarla come una questione meramente burocratica: qui c’è in ballo il presente e il futuro di alcune aree del Paese».

«Quando si approvando questi provvedimenti - incalza - non si vuole tenere conto che l’Italia non è tutta uguale: in alcune regioni come la Calabria, la Sicilia e la Campania chiudere una scuola in alcuni paesi vuol dire condannarli a morte».

Sul punto, Cuzzupi chiarisce: «Dopo tanti anni, finalmente, abbiamo un ministro all’Istruzione valido e capace. Valditara sta facendo di tutto per risollevare le sorti della scuola italiana; siamo in costante dialogo e, da parte sua, c’è un’attenzione concreta ai problemi degli istituti scolastici del Mezzogiorno e, a riprova, c’è lo sviluppo dell’Agenda Sud che abbiamo contribuito come sigla sindacale a implementare».

Alla porta del ministro, l’Ugl Scuola bussa spesso, anche con alcune proposte «che potrebbero depotenziare i danni del dimensionamento». Cuzzupi le elenca: «Adozione del tempo pieno per tutti gli Istituti comprensivi del Mezzogiorno, obbligo della continuità didattica degli insegnanti di sostegno, riduzione del numero degli studenti per classe e introduzione di un insegnante tecnico pratico (Itp) in tutte le scuole primarie e secondarie di I grado».

Questi provvedimenti secondo Cuzzupi «ridarebbero vigore ai plessi oggi sottodimensionati e, soprattutto, garantirebbero una forte ricaduta occupazionale».

«Bisogna procedere con le immissioni in ruolo, stop alla scuola “casa” del precariato» rincara la dose la segretaria nazionale dell’Ugl Scuola. «In classe prima si educa, poi si insegna la disciplina: garantire un tempo pieno vuol dire ricondurre nell’alveo dell’educazione tutti quei giovani a rischio di devianza sociale».

La giornata campale della sindacalista reggina non sembra conoscere la parole fine nonostante sia già tardo pomeriggio quando la intervistiamo: si rimette in viaggio per una nuova riunione: «D’altronde viviamo un Paese con una scuola a due velocità: ma è giusto, secondo lei, che bambino di Trapani abbiamo meno diritti di uno nato a Milano?».

La risposta alla domanda la sappiamo tutti, ma è un “no” che - ancor oggi - non riesce a trovare applicazione concreta. Purtroppo.

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