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Sono iniziati oggi i lavori di restauro e consolidamento della superficie lapidea della facciata principale della pieve di Santa Maria Assunta ad Arezzo, uno dei gioielli d’arte e della fede più preziosi per la Chiesa diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e la comunità di Arezzo, un edificio tanto bello, quanto fragile. La facciata, dal piano del sagrato fino al terzo loggiato compreso, sarà sottoposta a un complesso ciclo di interventi con pulitura, consolidamento e successiva protezione del paramento lapideo. L’intervento, che si concluderà entro la fine del 2025, è stato reso possibile grazie alle donazioni private tra cui spicca quella di 1.000.000 di euro effettuata da Patrizio Bertelli, presidente del Gruppo Prada, alla parrocchia.
“Sono felice che in tempi ragionevolmente brevi si sia arrivati a dare avvio ai lavori per la Pieve riguardanti la facciata – dice il vescovo Andrea Migliavacca -. Si tratta di portare in sicurezza un bene, la nostra Pieve, che è patrimonio di storia e arte per tutta la città e dunque l’impegno di ogni tipo è un prezioso servizio fatto a tutti. Quanto accaduto per sostenere questo importante intervento possa essere di auspicio per altri che, potendolo fare, possono sostenere opere di restauro e di recupero di beni artistici ecclesiastici”.
Il progetto di restauro sulla facciata della pieve prevede, ove indispensabile per motivi strutturali, la reintegrazione delle parti fortemente degradate e la sostituzione del fusto della colonna del secondo loggiato spezzatosi il 12 giugno 2023. Un lavoro che verrà effettuato con materiale lapideo identico o comunque somigliante all’originale in modo da garantire la distinguibilità dell’intervento di restauro, contemperando al tempo stesso l’esigenza storica con quella estetica e strutturale.
“La facciata principale della chiesa di S. Maria della Pieve è realizzata principalmente con pietra arenaria tipica dell’area aretina – spiega il direttore dei lavori, l’architetto Lorenza Carlini – ed è interessata da un degrado diffuso al paramento lapideo con livelli diversi di gravità ma con fenomeni comuni quali esfoliazioni, polverizzazioni, distacchi macroscopici a causa di processi sia chimici che fisici cui questa è sottoposta da secoli. I numerosi sopralluoghi in situ, i rilievi effettuati, e le analisi di laboratorio hanno evidenziato come il maggior stato di degrado è facilmente individuabile sia nelle strutture portanti verticali quali le colonne, sia nelle strutture orizzontali quali basamenti, appoggi, capitelli in quanto sono parti più vulnerabili essendo esposte ai fattori meteorologici, dove l’asportazione continua del materiale superficiale rende possibili ulteriori distacchi di materiale”.
“Chiunque percorra corso Italia e si trovi a sostare dinanzi alla facciata romanica della pieve di Santa Maria Assunta, con i suoi ordini di colonne tutte diverse e il campanile delle ‘cento buche’, percepisce immediatamente di trovarsi di fronte a qualcosa di unico – dice Michel Scipioni, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali. Questa unicità, testimone di mille anni di storia – religiosa, artistica e umana – della città di Arezzo, è un dono prezioso da custodire e proteggere, affinché anche le generazioni future possano ammirarlo e trarne ispirazione. I prossimi interventi non rappresentano dunque solo un’opera di restauro, ma un atto di responsabilità e un gesto di umanità condiviso da tutte le parti – pubbliche e private – che, animate da un intento comune, si sono unite per preservare questa eredità”.
Fonte: Agensir