Avvenire di Calabria

Diocesi di Lamezia Terme, inaugurata la mostra in memoria del giudice Rosario Livatino nel Palazzo di Giustizia

di Redazione Web

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Mons. Parisi, partendo proprio dalla frase che Livatino disse ai suoi assassini “picciotti che cosa vi ho fatto?” e riprendendo il passo del Vangelo secondo Matteo di non opporsi a chi è malvagio e di porgere l’altra guancia, ha sottolineato che “mettendosi di fronte al volto dell’altro che percuote, senza reagire con il suo stile aggressivo, anzi porgendo l’altra guancia, si dà una grande lezione”. “È come se dicesse: c’è un modo diverso di vivere rispetto al tuo, c’è uno stile alternativo, non violento, e tacitamente te ne sto dando testimonianza. È un modo per rendere giustizia e risolvere uno squilibrio. Col dono della vita, che è l’amore più grande indicato da Gesù, si ristabilisce la giustizia, la norma va al-di-là di se stessa e realizza in pieno il suo senso trovando il suo compimento. Così, con gli occhi negli occhi del proprio assassino, quella tacita testimonianza non è solo il più grosso e il più tragico dei giudizi, ma diventa anche parola che stimola alla conversione”.

“La prospettiva all’interno della quale bisogna collocare la visione della vita e anche del lavoro di questo magistrato – ha detto il vescovo – non può che essere quella della martyrìa (testimonianza), idea che si trova all’interno della tradizione biblica che coincide a volte col martirio. Cioè è quella testimonianza, usque ad effusionem sanguinis, che ti porta oltre, fino a donare la vita”.



Fonte: Agensir

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