
Giubileo 2025: Acerenza, sabato a Tolve la celebrazione per operatori e volontari delle Caritas parrocchiali
Giubileo 2025: Acerenza, sabato a Tolve la celebrazione per operatori e volontari delle Caritas parrocchiali
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“Come Gesù Risorto attraversa lo spazio e il tempo per tornare al Padre al fine di inaugurare l’ingresso nella storia della terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo, Spirito di Pace e di Verità, così il mondo delle comunicazioni sociali, fatto innanzitutto di persone e poi di strumenti, opera nello spazio e nel tempo, e oggi di più nelle nuove frontiere eteree del digitale, per rendere un servizio di informazione, di verità, di pace nella comunità umana”. Lo scrive mons. Leonardo D’Ascenzo, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, in una lettera alla comunità diocesana in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebra domenica 1° giugno, nella solennità dell’Ascensione del Signore.
Ma “questo servizio, molto spesso, purtroppo, non persegue queste finalità! Si tinge di colori diversi, foschi, problematici, divisivi, come diceva Papa Francesco nel suo messaggio per la presente Giornata, consegnatoci il 24 gennaio” scorso, dal titolo “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1PT 3, 15-16)”.
Nel rinviare alla lettura integrale del messaggio, l’arcivescovo evidenzia “il tratto fondamentale che la comunicazione deve darsi per essere autenticamente umana: essere cioè ‘disarmata’! Lo affermava Papa Francesco in questo suo scritto, ma anche Papa Leone XIV, quando pochi giorni fa, con precisione il 12 maggio, incontrando i rappresentanti dei media, parlò di una comunicazione ‘disarmata e disarmante’! Che felice assonanza quella dei due Pontefici!”.
Dunque, “una comunicazione mite, non ostile, aperta alla cultura della cura! Che sappia guardare i volti, andare in profondità nello studio e nell’analisi di quanto accade nella storia; che eviti i massimalismi; che sappia individuare il bene che può essere accanto al male; che non faccia di ogni erba un fascio; che non cerchi ad ogni costo un nemico, anzi che si prefigga di ‘risanare le ferite della nostra umanità’. Una comunicazione che parta dal ‘cuore’ e dia ‘speranza'”.
Mons. D’Ascenzo sollecita “una comunicazione ‘disarmata’ non solo da parte di chi opera in questo mondo, ma anche e soprattutto da parte di ciascuno di noi, come singole persone, come comunità ecclesiale e società civile. Una comunicazione che, per noi cristiani, trova il fondamento e la sorgente della nostra speranza nel Signore Gesù, Vangelo della carità!”.
Il presule, infine, rivolge “un pensiero particolare” a “chi nel nostro territorio lavora nel campo delle comunicazioni sociali, sia all’interno della comunità ecclesiale e sia al di fuori di essa! È un pensiero di profonda gratitudine per quello che fate e il ruolo che ricoprite! Vi incontro in tanti nell’esercizio del mio ministero di pastore di questa Chiesa particolare! E ne sono contento!”.
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