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“Non c’è atto di vicinanza, di amore e di solidarietà fraterna se non nella conoscenza umile e cordiale dell’altro, di ogni altro”. Lo ha detto stasera il vescovo di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, nell’omelia nella solennità dei santi patroni Florido e Amanzio. “Solo quando ai nostri occhi e nel nostro cuore emerge con forza la realtà divina della nostra fraternità universale diventa possibile ogni progetto e ogni cammino di ascolto autentico e di accoglienza delle differenze, di integrazione e di inclusione, di custodia e di rispetto, di tolleranza e di superamento delle barriere, di crescita e di miglioramento”, ha aggiunto il presule.
Nell’omelia il vescovo si è soffermato su questo aspetto anche in un altro passaggio: “Nel riconoscimento libero e senza pregiudizi del legame fondante dell’umana fraternità è possibile immaginare ogni nuovo inizio e ogni opera di rifacimento del nostro comune vivere. Senza questa imprescindibile premessa non si può aspirare alla vera pace e alla convivenza cordiale, come non si può neanche essere testimoni credibili dell’amore di Dio per ogni uomo, non operatori di comunione, non educatori per una vita buona ispirata al Vangelo, non compagni di viaggio di ogni fratello e sorella, non amici solidali capaci di condivisione per coloro che vivono nelle povertà”.
Quindi, l’attenzione del vescovo è per il servizio alla Chiesa: “Quando temiamo di perdere ciò che ci è più caro e a cui siamo profondamente legati, come la fede e la vita della Chiesa, non serve chiuderci in difesa dell’interesse di pochi, escludendo altri. Ci aiuta invece alzare lo sguardo e accorgersi dove sta andando il nostro pastore buono, raggiungerlo, stringerci a lui per non perderci o per non rimanere da soli e indietro. Possiamo fare questo mettendoci insieme in ascolto dello Spirito che guida la Chiesa, così come ci indica il Cammino sinodale che stiamo percorrendo, immergendoci nella preghiera fiduciosa, nell’ascolto di questa parola santa del Vangelo, continuando a contemplare il nostro mondo con la speranza e la tenerezza di Dio”.
Fonte: Agensir