Avvenire di Calabria

Disagio giovanile, comunità educante in azione

Un’osservazione è emersa con forza: non c’è azione educativa efficace senza corresponsabilità e collaborazione

di Giorgio Sottilotta*

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«Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo»

«Adulti disorientati, giovani sotto minaccia» è il titolo di un paragrafo dell’opera L’epoca delle passioni tristi, scritta dagli psichiatri M. Benasayang e G. Schmit. Come non pensare alla situazione odierna? Come adulti, ci troviamo spesso disorientati da un mondo che cambia sempre più rapidamente e da una condizione (familiare, lavorativa ecc.) che ci costringe a ritmi serrati, impedendoci di fermarci per “formarci”, per comprendere, per quanto possibile, quale società stiamo plasmando e consegnando alle nuove generazioni. Per questo i giovani sono “sotto minaccia”: sembra mancare, negli adulti, la capacità di offrire prospettive o paradigmi di senso a chi necessita di indicazioni, come i giovani, per costruire il proprio presente e futuro.



Il ruolo formativo

È proprio a partire da queste considerazioni che, come comunità educante del Liceo scientifico “L. da Vinci” (RC), ci siamo interrogati sul nostro ruolo formativo. Un’osservazione è emersa con forza: non c’è azione educativa efficace senza corresponsabilità e collaborazione. Nasce così il progetto “Scuola e famiglia, una comunità educante per la prevenzione del disagio giovanile: relazioni, web e dipendenze”. Un progetto interdipartimentale, promosso dalle professoresse C. Fortani e C. Festa e sposato dalla dirigente A. Borrello, che vede scuola e famiglie dialogare, come comunità educante, in collaborazione con l’Ordine degli psicologi della Calabria, per una cura consapevole degli adolescenti, nostri studenti e figli.

Gli incontri, informativi e formativi, hanno come scopo quello di offrire maggiore consapevolezza, a genitori e docenti, sulla sfida educativa nel mondo contemporaneo. In un’epoca segnata dai social, da esperienze “mordi e fuggi”, da relazioni liquide e dalla competizione, il ruolo dei genitori e dei docenti è attraversato da diverse prove, dove la posta in gioco è il benessere psicofisico dei ragazzi di cui ci si prende cura. Si riparte, dunque, dalla ricostruzione di un rapporto non sempre facile, quello tra scuola e famiglia; un rapporto che, nonostante alcune difficoltà, è segnato dalla comune missione educativa.

Riuscire a fermarsi per mettersi in gioco

La scommessa di questo percorso è, pertanto, quella di riuscire a “fermarsi” per mettersi in gioco, per riscoprirsi tutti bisognosi di capire, col supporto di persone competenti in materia (psicologi, pedagogisti, psichiatri e operatori sociali), come prevenire e contrastare i disagi e le dipendenze che colpiscono l’età adolescenziale. I primi incontri, guidati dagli esperti che collaborano con il liceo, hanno già offerto la possibilità di analizzare, anche alla presenza degli studenti, le concause del disagio giovanile contemporaneo e gli effetti delle dipendenze (soprattutto quelle legate ai social) sul cervello. La prosecuzione del percorso vedrà anche momenti di confronto e dibattito tra le parti coinvolte e laboratori in classe.


PER APPROFONDIRE: La solitudine dei giovani nell’era digitale: un convegno a Reggio Calabria


Come direbbe P. Freire: «Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo».

*Docente

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