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Dispersione scolastica, fenomeno diffuso. «Evitare che ragazzini che abbiano compiuto sei anni non vengano iscritti alla prima elementare, ma abbiano il diritto a poter frequentare la scuola». È quanto prevede il protocollo sottoscritto questa mattina nell’aula del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria a contrasto della dipersione scolastica. A firmarlo, dinnanzi a giornalisti e fotoreporter, procura della repubblica per i minorenni, direzione provinciale Inps, Comune di Reggio Calabria e tre istituti comprensivi della città: “Bernardino Telesio”, “Falcomatà-Archi” e “Lombardo-Radice”. Tre istituti scelti non a caso. Ricadono, in fatti, in tre aree periferiche cittadine (San Sperato, Archi e Arghillà) dove continua a registrarsi un’alta percentuale di evasione dell’obbligo scolastico.
C’è una grossa difficoltà da parte delle scuole di disporre di dati certi sul fenomeno. Il protocollo viene innanzitutto incontro a questa esigenza, grazie a un maggior dialogo tra istituzioni e pubbliche amministrazioni. Al centro uno scambio di informazioni volto ad agevolare il monitoraggio delle situazioni di rischio.
Chi non ottemperano all’obbligo di iscrizione non solo viene segnalato alla Procura della repubblica presso il tribunale dei minorenni con tutte le conseguenze del caso. Le famiglie rischiano, addirittura, di perdere, qualora ne abbiano diritto, tutti quei benefici assistenziali erogati in ragione della frequenza scolastica dei figli. Come il reddito di cittadinanza.
Il protocollo quest’oggi sottoscritto, ha spiegato il procuratore della repubblica presso il tribunale dei minorenni Roberto di Palma, ha carattere sperimentale. In caso di risvolti positivi, ha aggiunto, «non è escluso possa essere esteso a tutto il territorio della Città metropolitana. Quello legato non solo alle mancate iscrizioni, ma anche agli abbandoni nel corso dell’anno scolastico è un fenomeno purtroppo molto diffuso».
Non c’è ancora un dato certo sulla diffusione della dispersione scolastica. Il protocollo si prefigge di colmare questa mancanza. Tuttavia il fenomeno desta preoccupazione. «Il dato più allarmante - ha spiegato la dirigente dell’Istituto Bernardino Telesio, Marisa Maisano – è nella scuola primaria. Qualche anno fa la dispersione tra i nuclei familiari più disagiati del territorio in cui ricade il mio istituto era addirittura del cento per cento. Con la didattica a distanza, le percentuali sono tornate a crescere. Su 150 alunni, almeno 70 non hanno frequentato l’anno scolastico. A questo si aggiunge, complice anche la pandemia, anche una maggiore frequenza discontinua che, come l’abbandono, costituisce un grosso buco formativo».
Il protocollo d’intesa muove anche dall’analisi di un altro aspetto preoccupante che emerge dal lavoro della procura guidata da Roberto Di Palma. «C'è correlazione tra dispersione scolastica e condotte illecite commesse da minorenni». A lanciare l'allarme è Serenella Corrado. «I ragazzi a rischio dispersione o dispersi, spesso li ritroviamo sulle pagine dei giornali, protagonisti di vari fatti di cronaca» le parole della dirigente dell’Istituto comprensivo “Falcomatà-Archi”. Ecco perché, altro obiettivo, è scongiurare l’affrancamento al malaffare. Questi ragazzi, ha detto Di Palma, «appartengono a famiglie che ruotano all’interno di contesti legati alla ‘ndrangheta di cui rappresentano la manovalanza. Non appartengono all’élite che, al contrario, ci tiene che i propri figli frequentino le migliori scuole e università».
Intervenuto anche il Procuratore Generale Izzo, oltre a Di Palma, Maisano e Corrado hanno sottoscritto il protocollo, il direttore Inps di Reggio Calabria Angelo Maria Manna, per l’Istituto comprensivo Alighieri-Radice di Catona la professoressa Maria Rita Foti, in sostituzione della dirigente Sapone e per il Comune di Reggio il dirigente del settore welfare Francesco Barreca.
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Lo spettacolo è prodotto da Calabria dietro le quinte, in collaborazione con la compagnia Blu
Il presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, Ezio Pizzi, ripercorre i