Avvenire di Calabria

Licenziata perché disabile? Questa la denuncia diffusa via Social network da Maria Carmela Gioffrè, insegnante in servizio fino allo scorso 12 marzo

Docente disabile, lo Stato la licenzia: il caso a Bagnara Calabra

La docente - 55 anni di cui 19 in servizio sempre al “Foscolo” di Bagnara - è stata messa in malattia d’ufficio dal nuovo dirigente scolastico che è reggente

di Redazione Web

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A Bagnara Calabra una docente è stata licenziata perché disabile. Un caso mediatico sollevato dai Social network che ha portato a prese di posizioni istituzionali importanti.

Bagnara Calabra, docente disabile licenziata

Licenziata perché disabile? Questa la denuncia diffusa via Social network da Maria Carmela Gioffrè, insegnante in servizio fino allo scorso 12 marzo - all’istituto comprensivo “Ugo Foscolo” di Bagnara Calabria, in provincia di Reggio Calabria.

La professoressa Gioffrè ha la sclerosi multipla da oltre trent’anni ben prima della sua assunzione come docente. Una prof «su due ruote» come lei stessa si definisce in quanto per muoversi - di classe in classe - ha bisogno di uno scooter elettrico. La sua disabilità «non ha mai limitato l’attività da insegnante» anzi spesso ne ha potenziato le capacità empatiche essendo un esempio (e uno stimolo) per i suoi alunni nel superare le difficoltà lungo il percorso.


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Maria Carmela Gioffrè spiega come il primo anno di pandemia - dove il suo status da lavoratrice fragile l’ha costretta a sospendere le lezioni in presenza - è stato caratterizzato «da un applicazione a volte anche creative della didattica a distanza», condizione condivisa per tantissimi mesi con la maggior parte dei colleghi durante i lockdown più rigidi. A suo dire, l’inghippo amministrativo sarebbe sorto dall’inizio dell’ultimo anno scolastico. La docente - 55 anni di cui 19 in servizio sempre al “Foscolo” di Bagnara - è stata messa in malattia d’ufficio dal nuovo dirigente scolastico, il professor Giuseppe Romeo che è un reggente.

Una scelta - e su questo punto convergono le versioni di entrambi - maturata a tutela della condizione di salute della lavoratrice fragile. Dopodiché Romeo ha applicato lo stesso metro di misura tra tutti i dipendenti in possesso della Legge 104 cioè mandarli a visita presso la Commissione medica di Catanzaro. Il verdetto di «permanentemente inidoneità al servizio» arriva sulla scrivania del dirigente Romeo che ne prende atto. Il licenziamento del 12 marzo non è altro che, a dire del preside, un atto consequenziale. Non per la prof. Gioffrè che ha già imbastito due ricorsi: «Non mi fermerò mai per difendere il diritto di insegnare». Una vicenda a tratti grottesca che andrebbe valutata utilizzando una buona dose di buon senso.


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Il coro delle reazioni: dalla Minasi all'Agedi

«Ho appreso dalla stampa e dai social di una vicenda umana che mi ha colpito particolarmente, come donna e nel mio ruolo di Assessore al welfare, che si occupa da vicino innanzitutto di disabilità e fragilità, e ho voluto telefonare alla diretta interessata per esprimerle la mia vicinanza». Così l’Assessore regionale alle Politiche  Sociali, Tilde Minasi, con riferimento alla vicenda di Maria Carmela Gioffrè, insegnante 55enne di Bagnara Calabra malata di sclerosi multipla, licenziata a marzo per “inidoneità fisica” all’insegnamento, così come valutato dalla commissione medica al cui controllo la donna si era dovuta sottoporre per iniziativa del preside della sua scuola.

«Ho parlato con Maria Carmela - ha chiosato la Minasi - per chiederle innanzitutto come stesse e capire cosa sia successo esattamente. Sono contenta di averla trovata determinata a opporsi a quella che considera un’ingiustizia e trovo gravissimo l’accaduto: in un momento in cui siamo impegnati a tutto campo per aiutare l’inclusione delle persone disabili, ho l’impressione che ci sia chi invece rema in direzione opposta.  Una persona non si giudica per le sue condizioni fisiche e non la si esclude dal lavoro se quelle condizioni non sono un impedimento, per lei o per altri, come pare non lo siano per Maria Carmela. Le starò accanto nella sua battaglia, che è una battaglia di tutti, una battaglia di diritti, come lei stessa ha voluto sottolineare».

«Vogliamo essere vicini a Maria Carmela, offrire la nostra solidarietà ad una persona che ha sempre superato la sua condizione fisica, ovviamente, non senza difficoltà. La diagnosi di sclerosi multipla risale agli anni 90, Maria Carmela, piuttosto che     abbattersi, rinunciare ai suoi sogni, rinunciare a vivere, ha “affrontato a muso duro” la sua malattia. Le persone con disabilità, prima, e i loro familiari, poi, sanno bene quanto difficile sia imparare a convivere con la propria disabilità». A scriverlo è l'Agedi.

«Occorre molta forza d’animo per accettare una realtà difficile, dura. La malattia ridimensiona la vita, le aspettative che ognuno di noi ha, insomma, bisogna modificare, adattare, rivedere in una nuova chiave i progetti che ci si proponeva di realizzare. In una parola, occorre “fare i conti” con un intruso che ha invaso la nostra esistenza, senza darci il tempo di abituarci, qualora questo fosse possibile. Maria Carmela tutto questo l’ha fatto, dimostrando di essere una persona determinata, combattiva, forte. Purtroppo, - si legge nella nota dell'associazione dei Genitori dei ragazzi disabili reggini - però, le persone disabili devono affrontare uno scoglio insormontabile, forse il peggiore, devono affrontare la “società civile”. Già, la società civile che dovrebbe offrire un supporto a queste persone, spesso, troppo spesso, rappresenta una ulteriore difficoltà. Una difficoltà enorme, perché se è vero che ci sono diverse leggi a tutela delle persone con disabilità, è anche vero che le leggi devono andare di pari passo, con un profondo mutamento della mentalità della società».

«Occorre un salto culturale, senza il quale, avremo sempre tanti episodi come questo che stiamo commentando» concludono dall'Agedi.

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