Avvenire di Calabria

Da 50 anni a servizio della chiesa

Don Antonino Palmenta festeggia il suo giubileo sacerdotale

Campo Calabro, il territorio da lui amato

Fortunato Mangiola

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Don Nino Palmenta è il terzo dei “magnifici tre” presbiteri della Diocesi di Reggio Calabria - Bova, che hanno celebrato ultimamente all’Eremo il loro giubileo sacerdotale. Dopo i primi due carissimi amici, Don Nino Iachino e Don Umberto Lauro, ora tocca a lui, giusto l’ordine alfabetico. La vita presbiterale di Don Nino si divide in due distinti periodi. A cavallo degli anni settanta del secolo scorso è stato parroco di Chorio di San Lorenzo, il paese natale di San Gaetano Catanoso, gloria e vanto della Calabria tutta, della Diocesi di Reggio Calabria - Bova e soprattutto, lasciatemelo dire con una punta d’orgoglio, della mia Valle Tuccio. Don Palmenta con l’entusiasmo del neofita ha operato con passione, vivificando la comunità choriese. La sua azione pastorale ha inciso molto ed è rimasta indelebile nel tempo. Ai festeggiamenti per la fausta ricorrenza, infatti, ha partecipato una folta delegazione di Chorio di San Lorenzo. Giusto il commento di Don Giovanni Imbalzano, i choriesi con la loro presenza hanno voluto esprimere l’ammirazione e la gratitudine nei confronti di una persona che era rimasta viva nei loro cuori ancora a distanza di tanto tempo. La seconda meta del suo impegno sacerdotale è stata la parrocchia Santa Maria Maddalena di Campo Calabro. Sulla celeste Patrona del bel paese Enzo Bianchi, il priore di Bose, sull’Osservatore Romano del 21 luglio c. a. ha scritto un lungo articolo. A suo dire “il Salvatore la elesse apostola della sua ascensione … come poco prima l’aveva istituita evangelista della resurrezione”. Ha aggiunto che “in Oriente ha beneficiato del titolo di “iso-apostola” e in Occidente di “apostola degli apostoli”. Il Bianchi ha condiviso il pensiero di Rabano Mauro. Il santo monaco e vescovo, vissuto tra l’VIII e il IX secolo, nella sua biografia di Maria di Magdala mise in risalto come l’apparizione a lei di Gesù risorto abbai “conferito una decisiva funzione ecclesiale a questa donna discepola”. Ha osservato il Priore di Bose che a Maria Maddalena, però, non fu mai riconosciuto nessun valore, né ecclesiale e né ministeriale. Partendo da lei forse è giunto il momento per riconoscere alla donna nella chiesa funzioni ecclesiali e ruoli ministeriali, giusto l’orientamento di Papa Francesco. Don Nino serve la comunità di Campo da quarant’anni, senza soluzione di continuità. Sorge spontanea una domanda: “Chi è il parroco? Quale definizione si potrebbe dare?”. Lo Zingarelli e l’Enciclopedia Treccani sono concordi nel far derivare la parola “parroco” dal latino “parochus, da intendersi come “colui che per incarico dello stato forniva vitto e alloggio ai pubblici funzionari di passaggio”. Il latino “parochus” a sua volta deriverebbe anch’esso dal greco “parechein” nel significato di “somministrare”; quindi “parochus” come “fornitore di un servizio”. Daterebbe dal XV secolo l’uso letterario del termine “parroco” nell’accezione moderna del termine. Ritorniamo al nostro carissimo Don Nino. Sono andato a trovarlo un sabato pomeriggio. Entrando in chiesa, ho avuto la sensazione immediata di trovarmi immerso in un bel museo. Risaltano alcune caratteristiche nell’ampia chiesa a tre navate, luminosa, arieggiata, fresca. Da ammirare la bella abside, le finestre istoriate, la cappella del Santissimo Sacramento, la sapiente collocazione delle numerose statue. Assistendo poi alla celebrazione della Santa Messa prefestiva, ho notato che la chiesa era quasi piena. Ricevuto poi in sacrestia, ho osservato che riportava su un registro le offerte dei fedeli. Il colloquio scaturito ha riguardato il suo impegno sacerdotale in questi quarant’anni di vita sacerdotale e parrocchiale a Campo Calabro e frazioni annesse di Campo Piale, Musalà e Matiniti. L’attività si è sviluppata su vari livelli che non gli hanno dato quasi mai requie. La vita sacramentale, la direzione spirituale, le attività pratiche, i lavori continui di edilizia, la cura dei giovani, l’assistenza ai bisognosi, ecc. Come ha dichiarato in un’intervista e come ha confermato nel colloquio, in aggiunta alla valida preparazione religiosa e culturale avuta nel lungo cursus studiorum liceale e teologale del seminario pontificio Pio XI di Reggio Calabria, l’incontro che gli ha cambiato la vita è stato quello col movimento ecclesiale fondato da Don Luigi Giussani. Il Movimento di Comunione e Liberazione si prefigge “l’educazione cristiana dei propri aderenti per collaborare alla missione della Chiesa in tutti gli ambiti della società”. Don Nino ha condiviso il pensiero di Don Giussani, secondo il quale “la fede corrisponde alle esigenze fondamentali e originali del cuore di ogni uomo”. I numerosi ciellini che lo hanno circondato lo hanno supportato in molte iniziative sia formative, sia lavorative. A proposito di lavori, ha parlato della ristrutturazione della chiesa principale, della costruzione ex novo dei locali parrocchiali, dell’edificazione della grande sala multiuso, della tensiostruttura, del campetto sportivo parrocchiale, dell’acquisto della casa delle suore e della manutenzione delle altre tre chiese che fanno parte della parrocchia. Ha realizzato moltissimo con l’aiuto della Provvidenza, che non gli ha mai fatto mancare il suo sostegno. Se si dovesse quantificare l’insieme delle opere, si arriverebbe a cifre da capogiro. Per il decoro della chiesa ha avuto parole di gratitudine per la suore appartenenti alla Congregazione delle Piccole Figlie di San Giuseppe, come pure per l’assistenza che prestano soprattutto agli anziani e ai bisognosi. Anch’egli, come gli altri due “giubilanti” menzionati sopra, ha lavorato fuori parrocchia. Laureato in Sacra Teologia nel 1970 e in Storia e Filosofia nel 1978, ha insegnato Teologia pastorale nel Seminario Pontificio “Pio XI”, Storia della Chiesa e Morale Familiare nell’ISSR cittadino e Storia e Filosofia al San Vincenzo. Ha retto il Vicariato della zona di Villa S. Giovanni per 25 anni e ha diretto per circa un decennio l’Ufficio diocesano della Pastorale del Lavoro.

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