Avvenire di Calabria

Per attivare i percorsi virtuosi individuati durante le attività sarà fondamentale l’azione della commissione regionale Fra Stefano Caria ne è il segretario. Anche lui era presente in Puglia

Dopo Taranto, monsignor Aloise: «Presto le nostre proposte per Occhiuto»

«Ci confronteremo con Occhiuto». Parla il delegato della Cec e vescovo di Rossano-Cariati che ha guidato la delegazione di sacerdoti, religiosi e laici arrivati dalle diocesi calabresi

di Federico Minniti

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Monsignor Maurizio Aloise ha guidato la delegazione calabrese alla Settimana sociale dei cattolici italiani che si è tenuta a Taranto dal 21 al 24 ottobre. Il vescovo di Rossano-Cariati è il delegato della Conferenza episcopale calabra per i problemi sociali e il lavoro. Lo abbiamo intervistato.

Dopo Taranto - Parla il vescovo delegato Aloise

Quale clima si è respirato alla Settimana sociale di Taranto?

Sono state giornate molto intense, imperniate sulla condivisione di valori importanti per la Chiesa di oggi: la Laudato Sì è stata fondamentale per approfondire l’ecologia integrale e spingere tutti noi a riflettere sull’importanza delle connessioni reali che legano gli esseri umani al creato. È quasi scontato affermare che il clima è stato caratterizzato da gioia e felicità del potersi incontrare finalmente in presenza su temi talmente importanti; allo stesso tempo le tematiche sono state così serie e gravi che ciascuno dei circa mille delegati ha vissuto le sessioni con impegno e massima dedizione nell’ascolto e nella elaborazione di proposte.


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Dagli atti dei lavori, sono emersi tanti spunti. Quali sono quelli più significativi a suo avviso?

Le relazioni degli illustri ospiti ci hanno fornito numerosi elementi che ci hanno aiutato a riflettere e valutare. I lavori di gruppo di sabato mattina (90 gruppi composti da 10 persone ciascuno) ci hanno permesso di condividere idee e proposte che sono state poi utilizzate dagli esperti che le hanno riportate alla assemblea del pomeriggio.

Monsignor Santoro, vescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico che ha organizzato la Settimana sociale, ha poi restituito a tutti noi le proposte in un intervento finale molto intenso. È stato anche il suo saluto, in quanto ha terminato l’incarico come delegato per la Cei per la Consulta dei Problemi sociali e il lavoro.

È riuscito a comunicare alcune proposte che saranno il riferimento per l’azione pratica e pastorale per tantissime diocesi. Condivido pertanto le sue quattro proposte finali: la costruzione di comunità energetiche (gruppi di cittadini e imprese che diventano prosumer cioè produttori di energia che autoconsumano azzerando la bolletta); la finanza responsabile (coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale); il consumo responsabile (affidandosi a filiere etiche al 100%); la proposta dell’alleanza contenuta nel Manifesto dei giovani.

Un lavoro che rispetti l’uomo e il Creato. Che impegni ha assunto la Chiesa italiana? Quali saranno i “ponti di dialogo” con le Istituzioni preposte?

Dopo Taranto la Chiesa, in tutte le sue espressioni, dovrà impegnarsi affinché le quattro proposte sopra citate assumano corpo e identità: saranno le linee guida per le decisioni che ogni conferenza episcopale e ogni singolo consiglio pastorale parrocchiale dovrà assumere. Solo in questo modo potremo contribuire in maniera seria e coerente a quegli obiettivi che garantiranno di “salvare il pianeta” in tutte le sue dimensioni: il rispetto per l’uomo è il rispetto per il creato, questo è l’insegnamento della Laudato Sì che non dobbiamo mai perdere di vista.


PER APPROFONDIRE: Settimana sociale, il racconto dei delegati reggini


Lei è il delegato della Cec in materia. Come la Chiesa calabrese può sostenere il già fragile tessuto occupazionale regionale?

La Chiesa calabrese, tramite la Commissione regionale il cui segretario è fra’ Stefano Caira, ha partecipato con una delegazione importante, proveniente da quasi tutte le diocesi e con un buon numero di giovani. Con questo gruppo intendo definire un programma che consentirà a tutti di seguire un percorso che assumerà poi delle forme specifiche per ciascuna diocesi in base alle particolarità dei territori. Nei prossimi mesi tracceremo un percorso comune che, oltre ad essere condiviso con le altre realtà del Terzo settore calabrese impegnate in questi ambiti così delicati e strategici, si tramuterà in proposte concrete per il nuovo governo regionale, presieduto da Roberto Occhiuto.

Infine, una domanda rispetto alla Cura della Casa Comune. Di quali strumenti deve dotarsi la comunità dei credenti per arginare lo sfruttamento del territorio da parte dei criminali?

La Chiesa calabrese ha pubblicato e diffuso un documento molto importante in questo senso, “No ad ogni forma di mafie!”, che fornisce elementi chiari. Insieme alle Istituzioni preposte possiamo certamente contribuire a valorizzare e sostenere tutte quelle realtà che già operano attivamente per limitare le infiltrazioni mafiose in tanti ambiti lavorativi: l’ultima edizione delle Settimane sociali ci ha presentato la ricchezza di tanti soggetti pubblici e privati che si impegnano quotidianamente. Credo che la parola chiave, seppure scontata, sia stata messa in rilievo tante volte in questi giorni: “Insieme”! Solo così possiamo fare risplendere e brillare tutto il bene e il buono che opera concretamente a fianco a noi, come il sole che ci ha accompagnato in queste splendide giornate di Taranto.

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