Avvenire di Calabria

Don Longoni, direttore dell'Ufficio per i problemi sociali della Cei interviene a Lamezia

Economia e lavoro, due mondi da evangelizzare

«Il lavoro non è solo portare a casa uno stipendio, ma significa trasformare la realtà che ci circonda»

Saveria Maria Gigliotti

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“Evangelizzare il mondo dell'economia e del lavoro, rimettendo al centro l'uomo e la sua dignità”. Questo il messaggio lanciato dal direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Conferenza episcopale italiana, monsignor Fabiano Longoni, nella prolusione dell’undicesimo anno della Scuola laboratorio di dottrina sociale della Chiesa promossa dalla Diocesi di Lamezia Terme sul tema “Evangelizzare l’economia ed il lavoro”.
Longoni che, richiamando il magistero di papa Francesco, ha poi evidenziato che “il lavoro non è solo portare a casa uno stipendio, ma significa trasformare la realtà che ci circonda. Il lavoro fa l'uomo, è l'elemento costitutivo della sua dignità. Evangelizzare l'economia significa rimettere il lavoro al centro e annunciare chiaramente che l'imprenditore che non reinveste per creare lavoro e utilizza il profitto per la speculazione, compie un peccato. Sul diritto di tutti ad accedere al mondo del lavoro e sulla creazione da parte dello Stato delle condizioni perché questo diritto venga effettivamente goduto dai cittadini, la Dottrina sociale della Chiesa e la Costituzione Italiana si incontrano. Come ci esorta papa Francesco – ha concluso - , dobbiamo ripensare i fini e i metodi dell'economia e camminare insieme come comunità”.
Ad apertura dell’incontro, don Fabio Stanizzo, direttore dell’ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro, ha fatto il punto sugli undici anni di attività della Scuola annunciando due appuntamenti importanti ai quali sarà chiamata anche la Chiesa lametina: l'incontro delle Chiese del sud Italia a Napoli nel mese di febbraio e la settimana sociale dei cattolici a Cagliari ad ottobre 2017 sul tema del lavoro e dell'occupazione.
Al termine dell’incontro, al quale tra gli altri erano presenti il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, ed i primi cittadini di altri comuni del territorio diocesano insieme ad autorità civili e militari ed a rappresentanti dell’Associazionismo oltre che cittadini, si è svolto il tradizionale scambio di auguri con il Vescovo della Diocesi, Luigi Antonio Cantafora, che nel suo messaggio natalizio ha esortato a lasciare la violenza e camminare “insieme nella via della pace”. Richiamando il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace 2017, il Vescovo ha poi parlato di “un mondo malato di violenza, presente perfino nei luoghi più sacri: la famiglia, la scuola, lo sport, la politica, e non ne è esente l’ambiente ecclesiale… solo per portare qualche esempio”. Quindi, ha evidenziato che “la violenza e la pace sono all'origine di due opposti modi di costruire la civiltà. La violenza genera gravissime e negative conseguenze sociali: il Santo Padre coglie questa situazione nell'espressione “terza guerra mondiale a pezzi”. La pace, al contrario, genera positivi e graditi effetti sociali e consente di realizzare “il” vero progresso umano”. Infine, ha rivolto “un pensiero a chi vivrà questo Natale con difficoltà e sofferenza. Le recenti statistiche nazionali ed europee testimoniano i disagi e le povertà presenti nella nostra intera regione. Penso ai bambini che soffrono per le famiglie divise e con genitori part-time. Penso agli anziani soli, senza figli, chiusi nelle loro case o in strutture di ricovero. Penso – ha concluso Cantafora - alle tante famiglie che si stanno prendendo cura dei parenti con malattie gravi o rare e difficili. Ancora l’attenzione di tutti noi si rivolge a chi soffre per la perdita e la mancanza di un posto di lavoro, un’assenza che può dare origine a fenomeni di violenza familiare e anche sociale”.

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