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“Il Paese ha bisogno di persone credibili per storia e valori vissuti, impegnate a cercare ciò che unisce, e a disegnare i tratti di un futuro migliore, che include tutti e che può essere compreso e costruito con la partecipazione di tutti”. Lo afferma Sebastiano Nerozzi, professore di Storia del Pensiero economico all’Università Cattolica del Sacro Cuore e segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, in un’intervista al Sir nella quale riflette di democrazia e partecipazione – temi al centro dell’appuntamento che si terrà a Trieste ad inizio luglio – nell’imminenza della tornata elettorale con la quale gli italiani rinnoveranno i propri rappresentanti al Parlamento europeo oltreché i vertici delle Amministrazioni regionali in Piemonte e municipali in circa 3.700 Comuni.
Secondo il docente, “la costruzione europea che ha portato così tanti benefici ai nostri Paesi e alle nostre esistenze merita oggi di essere riconosciuta e tutelata con un’ampia partecipazione al voto”. “Votare – ammonisce – è il modo più semplice e più efficace per dire: ‘L’Europa è nostra e ci sta a cuore. È la nostra casa comune e vogliamo dire la nostra, affinché essa sia ben governata e continui a vivere nella pace e nella prosperità anche in futuro’”. “Solo uniti – aggiunge – i circa 400 milioni di europei, che insieme rappresentano il primo mercato mondiale, possono far valere il proprio punto di vista e darsi strumenti concreti ed efficaci per promuovere la democrazia, la pace, lo sviluppo, la cura del creato”. Nerozzi ricorda poi che “la cura del bene comune è prima di tutto, partecipazione sociale”. In Italia, “tante sono le associazioni e i gruppi attivi nell’educazione, nell’accoglienza dei migranti, nella cura dell’ambiente, nell’accompagnamento e nell’ascolto delle persone più fragili. Queste forme di partecipazione rendono ‘solide’ le nostre comunità, ed esprimono bene la concretezza dei principi di sussidiarietà orizzontale e verticale”. “Oggi – evidenzia – è importante che anche le Amministrazioni ascoltino e favoriscano queste forme di cittadinanza attiva, più o meno organizzate, e le valorizzino come esperienze originarie di democrazia e veri attori di innovazione sociale” anche perché “migliaia di esperienze in tutta Italia raccontano la capacità dei cittadini di mobilitarsi per curare il bene comune”. Da Nerozzi un’esortazione: “La politica deve smettere di alimentare il gioco perverso della paura e della sfiducia, e trovare un linguaggio nuovo, fondato sulla speranza e sulla fiducia. Il Paese ha bisogno di persone credibili per storia e valori vissuti, impegnate a cercare ciò che unisce, e a disegnare i tratti di un futuro migliore, che include tutti e che può essere compreso e costruito con la partecipazione di tutti”. “Ci auguriamo che i nuovi eletti – conclude il segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali – facciano propria questa spinta ad avvicinare i cittadini alle istituzioni e a creare una democrazia inclusiva e coinvolgente, che suscita nuove energie e apre alla partecipazione”.
Fonte: Agensir