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Angelo ha 72 anni e gravi problemi di salute e motori. Anni fa gli fu assegnato un alloggio popolare che da tempo, per motivi strutturali, non garantisce condizioni a misura delle sue esigenze vitali. L'alloggio popolare è divenuto una vera e propria “gabbia” che gli impedisce le cure indispensabili per la sua sopravvivenza. Angelo e la sua famiglia, secondo la normativa vigente, avrebbero diritto al cambio dell’alloggio ed è per questo che nel corso degli anni hanno presentato più volte regolare domanda. Ma sia il Comune che l'Aterp non hanno, ad oggi, mai dato una risposta.
Angelo è affetto da gravi patologie e problemi motori ma continua ad abitare in un alloggio popolare al quarto piano di un edificio, senza ascensore. Per lui è un calvario poter uscire e rientrare a casa per le visite mediche ed i ricoveri, fondamentali per la sua salute precaria.
Concetta, la moglie di Angelo, da anni combatte una terribile battaglia su due fronti. Contro le patologie invalidanti del marito che stanno minando il suo fisico ogni giorno di più e contro le Istituzioni pubbliche che continuano a negare alla sua famiglia il diritto al cambio alloggio e quindi il diritto alle necessarie cure mediche del marito.
Il caso di Angelo e Concetta non è un caso isolato. Saranno centinia le richieste di cambio alloggio inevase nella città metropolitana. È una delle problematiche della cattiva gestione degli alloggi popolari che non trova soluzione negando il diritto ad un alloggio adeguato a molte famiglie assegnatarie.
Dal 1996 il comune di Reggio Calabria e l’Aterp non applicano le disposizione di legge per i cambi alloggio. Il cambio dell’ alloggio per disagi abitativi, per condizioni strutturali inadeguate alla salute degli assegnatari, per sovraffollamento e per sottoutilizzazione (Titolo V, articoli 42, 43, 44 e 45 legge regionale nr 32/ 1996) è un’azione fondamentale della gestione degli alloggi popolari. Attraverso questa azione viene garantito nel tempo il diritto fondamentale ad una casa adeguata agli assegnatari.
Il Comune e l’Aterp, secondo quanto previsto dalla legge regionale, avrebbero dovuto dal 1996 approvare ogni tre anni il programma di mobilità degli assegnatari e provvedere alla sua attuazione, fissandone tempi e criteri. In pratica, negli ultimi 22 anni, i due enti avrebbero dovuto, secondo la legge regionale, fissare la percentuale di riserva di alloggi da destinare ai cambi (aliquota massima del 25%), predisporre e ricevere le istanze degli assegnatari, costituire una Commissione con il compito di valutare le domande, redigere apposita graduatoria, considerando le priorità fissate dalla normativa, e quindi procedere ad effettuare i cambi degli alloggi con scorrimento della graduatoria.
Di tutto questo, nulla è stato fatto. Considerata la situazione della famiglia di Angelo e Concetta, l'Osservatorio sul disagio abitativo ritiene opportuno che il Sindaco provveda, in emergenza, a garantire il cambio alloggio a questa famiglia e ad ogni altra che si trovasse nelle stesse condizioni. Il Comune e l’Aterp dovrebbero, inoltre, applicare la normatica regionale in tempi brevi, per garantire in modo strutturale tutti i cambi alloggi necessari.
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