La replica dell'Assessore allo Sport, Nino Zimbalatti, che motiva la legittimità dell'atto
Esposto impianto Viale Messina: «persa occasione per tacere»
Secondo l'esponente di
Redazione Web
17 Agosto 2016
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«La procedura per l’affidamento della struttura sportiva di Viale Messina è limpida, corretta e trasparente, corroborata da approfondite valutazioni e verifiche che hanno coinvolto l’intera struttura comunale, a partire dall’Avvocatura Civica alla quale proprio su questa questione, prima di procedere, è stata chiesto un specifico parere». E’ quanto scrive in una nota l’Assessore allo Sport del Comune di Reggio Calabria Antonino Zimbalatti rispondendo alle affermazioni delle associazioni La Cosa Pubblica e Pci. «Ancora una volta purtroppo siamo costretti ad assistere senza troppo stupore alla presa di posizione di alcuni sedicenti movimenti a conduzione familiare che anche in questa occasione hanno perso un’ottima occasione per tacere. Come abbiamo già avuto modo di rappresentare pubblicamente infatti - continua l’Assessore – nella procedura esperita dall’Amministrazione non c’è alcuna stranezza: la riapertura della struttura del viale Messina, che risultava chiusa ormai da diverso tempo a causa delle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il vecchio gestore, è stata possibile tramite affidamento al secondo aggiudicatario previa acquisizione di un parere legale all’Avvocatura Civica». «Il Tar della Calabria - prosegue Zimbalatti – ha peraltro già riconosciuto con sentenza 509 del 2015 il corretto operato dell’Amministrazione rigettando i ricorsi dell’Hinterreggio e successivamente ha confermato la corretta risoluzione della convenzione con i vecchi gestori, raggiunti da interdittiva antimafia, nella sentenza 273 del 2016. Il parere dell’Avvocatura Civica infine ha sancito la correttezza della procedura di affidamento, sottolineando peraltro la necessità “di perfezionare l’affidamento della struttura sportiva, non solo per restituire alla città un impianto polivalente che negli ultimi anni è stato sottratto all’utilizzo pubblico, ma anche custodire e valorizzare il bene immobile, danneggiato, soprattutto negli ultimi mesi, da atti di vandalismo che stanno ulteriormente peggiorando lo stato di fatto conseguente alla gestione precedente, cui andrà comunque richiesto congruo risarcimento». «E’ ovvio ed evidente a tutti - ha spiegato l’Assessore allo Sport – che il tempo necessario ad emanare un nuovo bando, che comunque verrà predisposto nelle more dell’esaurimento del tempo di concessione, avrebbe ulteriormente rallentato l’affidamento del centro sportivo, sottraendolo di fatto all’utilizzo dei cittadini e causando un impoverimento generale della struttura, già più volte pesantemente danneggiata negli ultimi mesi. Inoltre è bene precisare che “la proposta progettuale presentata dalla società As Valanidi Calcio è compatibile al progetto Ettagono presentato dalla medesima società in sede di gara, e le migliorie apportate risultano contenute rispetto al progetto “Ettagono”. I lavori che la società sta effettuando dunque sono necessari a sanare gli abusi perpetrati dalla vecchia gestione ed allo stesso tempo a migliorare l’offerta sportiva che nei fatti, con il precedente gestore, si era ridotta esclusivamente ai campi da calcio e calcio a 5, al contrario di quanto scritto nel bando di gestione dove era previsto che la struttura ospitasse diverse discipline sportive». «Non si capisce dunque dove stia lo scandalo – ha aggiunto Zimbalatti - se non nel fatto che a sollevare un po’ di polvere, tentando di confondere i cittadini con dichiarazioni false e diffamatorie, che saranno certamente oggetto di valutazione in sede legale, siano i soliti noti, sostenitori accaniti del metodo della discendenza dinastica, che caratterizza da decenni ormai la gestione familiare del casato dei Tripodi, ancora scottata dalla recente figuraccia alle elezioni della Città Metropolitana nonostante l’alleanza con un berlusconiano di ferro come Pedà, e che adesso pare aver contagiato anche l’altro firmatario del comunicato stampa, Stefano Morabito de La Cosa Pubblica, che sulla questione della struttura sportiva di viale Messina risulta in palese conflitto d’interesse, essendo il figlio di un noto professionista reggino, anche lui ovviamente aderente alla medesima associazione, che nella controversia con l’Amministrazione ha difeso i vecchi gestori della struttura sportiva, raggiunti da interdittiva antimafia, perdendo tutti i ricorsi. Ecco spiegato dunque l’interesse di questi signori per la vicenda del centro sportivo di viale Messina. Invece di gioire per il fatto che dopo un lungo periodo di chiusura la struttura tornerà finalmente a disposizione dei cittadini, tentano di gettare fumo negli occhi dei reggini cercando qualche titolo ad effetto, inconsapevoli che in questo modo non fanno altro che alimentare l’assoluta indifferenza dei cittadini che alle scorse elezioni comunali li hanno già ampiamente e sonoramente bocciati bollandoli con una percentuale da prefisso telefonico».
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