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Il presidente della Repubblica estone, Alar Karis, ha posto il veto per ragioni di incostituzionalità alla legge adottata dal Riigikogu, che modifica le norme sulle Chiese e le Congregazioni. La nuova legge voleva garantire che le organizzazioni religiose che operano in Estonia non abbiano legami di alcun genere con Paesi che sostengono o hanno sostenuto un’aggressione militare o hanno incitato alla guerra, a un crimine terroristico o a un altro uso illecito della forza armata o della violenza. Il riferimento era al Patriarcato di Mosca, che, secondo Karis, effettivamente “mina la sovranità e la democrazia degli Stati”, ma in questa formulazione l’emendamento alla legge contraddice alcuni articoli della Costituzione, “limitando in modo sproporzionato la libertà di associazione e di religione”. E ancora, secondo il presidente, questo divieto “creerebbe controversie legali e potrebbe portare a restrizioni delle libertà di tutte le associazioni, compresi i partiti politici”. Secondo il presidente, le norme in vigore già prevedono una verifica delle associazioni religiose; il problema sarebbe quindi non la mancanza di mezzi legali, ma il loro utilizzo: “I mezzi esistenti dovrebbero essere utilizzati con maggiore vigore di prima, se necessario”. Così, per esempio, cita Karis, l’articolo 48 della Costituzione vieta associazioni, sindacati e partiti politici i cui obiettivi o attività siano volti a modificare con la violenza l’ordine costituzionale dell’Estonia o siano in altro modo in conflitto con la legge. O ancora, il Codice penale proibisce l’incitamento alla guerra o all’uso della forza armata in qualsiasi altro modo. Il presidente ha quindi rimandato la legge al Parlamento perché la ridiscuta e la adegui alla Costituzione.
Fonte: Agensir