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Nei 27 Paesi aderenti all’Unione europea erano presenti a fine 2022 quasi 200 milioni di nuclei familiari (su un totale di 448 milioni di abitanti totali), comprendenti nuclei con una sola (single, separati o divorziati, anziani che vivono da soli, vedovi…) o più persone. Poco meno di un quarto di questi nuclei (24,3%) comprendeva figli, attesta oggi una indagine diffusa da Eurostat, l’istituto statistico della Commissione europea. Circa il 10% delle famiglie comprendeva 1 figlio (12,1%) o 2 figli (9,3%), mentre solo il 3,0% delle famiglie dell’Ue comprendeva 3 o più figli.
Si tratta di una conferma indiretta della crisi demografica e dell’invecchiamento medio della popolazione europea.
Dall’indagine – pubblicata in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia, celebrata ogni anno il 20 novembre – emerge inoltre che il numero totale dei nuclei nell’Ue è aumentato del 6,9% tra il 2012 e il 2022. La percentuale di famiglie che comprendevano almeno 1 figlio è diminuita di 2,4 punti percentuali nello stesso periodo. Le quote più elevate di famiglie con figli sono state registrate in Slovacchia (33,9%), Irlanda (32,2%) e Cipro (30,6%), mentre le quote più basse sono state in Finlandia (18,4%), Germania (20,1%) e Paesi Bassi (21,8%).
Tra le famiglie con figli, quelle con 1 figlio erano ovviamente le più comuni nell’Unione europea. Quasi la metà delle famiglie con figli aveva 1 solo figlio (49,5%), mentre il 38,1% aveva 2 figli e il 12,4% comprendeva 3 o più figli.
“Le famiglie con 1 figlio – precisa la ricerca – erano quelle più diffuse tra le famiglie con figli in tutti i Paesi dell’Ue, ad eccezione dei Paesi Bassi, dove le famiglie con 2 figli avevano una percentuale più elevata”. Più della metà delle famiglie con figli aveva un figlio unico in Portogallo, Bulgaria, Romania, Malta, Lituania, Lettonia, Italia, Spagna e Ungheria.
Le famiglie con 3 o più figli erano le meno diffuse in tutti i Paesi dell’Ue. La loro percentuale tra tutte le famiglie con figli variava dal 22,3% in Irlanda, 21,2% in Svezia e 19,0% in Finlandia, al 6,3% in Portogallo, 6,5% in Bulgaria e 7,4% in Italia.
Fonte: Agensir