Portogallo: Braga, settimana della salute mentale promossa dalle Suore ospedaliere
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Consulenti familiari da tutti Italia si ritrovano da questa mattina a Pisa per l’assemblea nazionale dell’Ucipem (Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali).
L’assemblea si aprirà con il saluto dell’arcivescovo di Pisa, mons. Giovanni Paolo Benotto, e proseguirà con la relazione del presidente nazionale Francesco Lanatà, che è anche presidente del consultorio Ucipem di Pisa. Poi spazio alle testimonianze dei referenti dei consultori presenti o collegati a distanza.
Dislocati in 17 regioni italiane, i consultori familiari associati o aggregati all’Ucipem sono 77. L’assemblea di oggi ratificherà l’ingresso di due nuovi consultori, uno con sede a Roma e uno in provincia di Teramo.
La storia dei consultori familiari affonda le sue radici nel lontano secondo dopoguerra. Era il 15 febbraio del 1948 quando don Paolo Liggeri, un prete siciliano trapiantato a Milano, fondò un consultorio familiare in Italia presso l’Istituto “La Casa”. Don Liggeri era stato appena liberato dai campi di concentramento nazisti quando arrivò in terra lombarda, nella consapevolezza che la guerra oltre agli edifici aveva distrutto anche le relazioni familiari: perciò raduno un gruppo di professionisti di diversa estrazione, chiedendo loro di dar vita ad una esperienza nuova nel suo genere. Sul suo esempio padre Domenico Correra fondò un altro consultorio a Napoli. Altri ne seguirono a Bologna, Roma, Messina e in molte altre città.
A Pisa il consultorio familiare è nato nel 1968 e per molti anni ha avuto sede nei locali abitati dal beato Giuseppe Toniolo. Attualmente ha sede in piazza San Sepolcro 2. Dal 1995 è associato all’Ucipem.
L’Ucipem nacque nel 1968 per provare a far rete tra i consultori già esistenti. “L’Unione dei consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali – osserva Francesco Lanatà – assume come fondamento e fine del proprio servizio consultoriale la persona umana e la considera, in accordo con la visione evangelica, nella sua unità e nella dinamica delle sue relazioni sociali, familiari e dì coppia”. Si riferisce “alla persona nella sua capacità di amare, ne valorizza la sessualità come dimensione esistenziale di crescita individuale e relazionale, ne potenzia la socialità nelle sue diverse espressioni, ne rispetta le scelte, riconoscendo il primato della coscienza, e favorendone lo sviluppo nella libertà e nella responsabilità morale». Infine «riconosce che la persona umana è tale fin dal concepimento”.
Al centro dei consultori è la figura del consulente familiare “ben diversa da quella dello psicologo o dello psicoterapeuta – precisa Lanatà -. Si tratta di un professionista di area socio-educativa definito anche ‘professionista delle relazioni umane’ che padre Luciano Cupia indicava come il ‘Bilanciere del consultorio familiare’. Egli, attraverso l’utilizzo di metodologie specifiche aiuta i singoli, la coppia o il nucleo familiare a mobilitare, nell’ambito delle dinamiche relazionali, le risorse sia interne che esterne all’individuo, al fine di affrontare nel qui ed ora i momenti di difficoltà che si possono sperimentare nel corso della vita, laddove non si è in presenza di patologia”.
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