Avvenire di Calabria

Religiose e laici sono impegnati nell’accoglienza di tanti ragazzi del territorio diocesano reggino

Alla scoperta della grande famiglia di Villa Bethania a Reggio Calabria

Tanti degli intervistati hanno conosciuto personalmente i tre punti di riferimento dell’Istituto

di Federico Minniti

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Alla scoperta della grande famiglia di Villa Bethania a Reggio Calabria. Religiose e laici sono impegnati nell’accoglienza di tanti ragazzi del territorio reggino.

Alla scoperta della grande famiglia di Villa Bethania a Reggio Calabria

La sintesi perfetta ce la fornisce una delle animatrici dell’oratorio “Padre Dante Forno”: «Villa Bethania è una famiglia per chi una famiglia non ce l’ha». Quello che può apparire come uno slogan, in realtà, condensa al meglio le immagini incamerate dal cronista in una giornata con le Figlie di Maria Santissima Corredentrice a Reggio Calabria. Dalla chiesa di Gesù e Maria alle case famiglia di via Filippini, sempre nel centro cittadino, e poi a Condera. Volti e storie che hanno un comune denominatore: l’accoglienza.


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Ce ne hanno parlato suor Carolina Nostro, superiora generale della Congregazione Figlie di Maria Santissima Corredentrice con le consorelle Iole La Monica e Antonietta Tripodi. Ma non solo: il racconto si è intrecciato con le voci di Francesca Canale, responsabile della Fraternità delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice e il marito Carmelo Crea, maestro di chitarra in oratorio. E ancora: Antonio Sala che insegna il judo ai bambini del “Padre Dante Forno” e i giovanissimi animatori: Francesca, Nicholas e Domenico.

La forza della testimonianza

Accanto ai testimoni di oggi, poi, c’è stata una presenza costante che accompagna chiunque si accosti alla conoscenza delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice. Stiamo parlando della storia (e degli insegnamenti) del fondatore, padre Dante Forno, della prima direttrice e cofondatrice, suor Maria Salemi e della Venerabile, suore Rosella Staltari, religiosa della Congregazione.

Tanti degli intervistati hanno conosciuto personalmente i tre punti di riferimento dell’Istituto. In particolare, ci hanno colpito due testimonianze che raccontano l’esperienza vissuta, in prima persona, da suor Carolina Nostro e Francesca Canale, oggi rispettivamente superiora generale della Congregazione e responsabile della Fraternità delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice.

Il ricordo della Venerabile Rosella Staltari

Nei loro racconti riaffiorano il noviziato di suor Carolina e l’adolescenza di Francesca con un percorso comune, quello che conduce a Villa Bethania. Suor Carolina Nostro ha condiviso quel passaggio fondamentale del suo cammino vocazionale accanto a Rosella Staltari, la religiosa che morì giovanissima e che, da poco, è stata dichiarata Venerabile.

«Mi colpiva la cura che Rosella metteva in tutte le sue azioni, specialmente quando doveva preparare l’altare della nostra cappellina» ci dice suor Carolina proprio facendoci visitare quell’angusto, ma luminosissimo angolo di spiritualità. Mentre ricorda la consorella-amica con la quale, oltre al noviziato, ha condiviso la professione religiosa, suor Carolina trattiene a stento l’emozione.


PER APPROFONDIRE: Rosa Staltari, maestra di umilità: «Io sono “l’onniniente”»


In modo operoso, decide di mettersi in cammino. Quei luoghi di Villa Bethania per chi non li conosce sembrano un labirinto: in realtà a mano a mano che li visiti rendono tutto più chiaro. La storia della Congregazione e le storie dei ragazzi che in questi oltre cinquant’anni sono transitati da lì.

Passando dalla cappella alla stanza di padre Dante Forno, il fondatore della Congregazione, suor Carolina Nostro tira un altro episodio dal cassetto dei ricordi: «Quando padre Forno stava per morire ci ha detto che ci avrebbe aspettato in Paradiso con Rosella».

La Venerabile Rosella Staltari, infatti, morì un anno prima: «Fu lei stessa che, sapendo le gravi condizioni di salute in cui versava il fondatore, che chiese al Signore di salvarlo offrendo la sua vita: “Lui è un sacerdote e può salvare molte anime”».

L'indirizzo dei fondatori di Villa Bethania a Reggio Calabria

La preghiera per la santità dei sacerdoti è rimasta una costante della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice. Così come la volontà di accogliere i bambini che provengono da situazione difficili. «Sono stata anche io allieva dell’Istituto; - rivela Francesca Canale - ho perso mia madre quando avevo tre anni. Posso dire di essere cresciuta bene, sommersa dall’attenzione delle suore».

Tra loro, un’impronta decisiva per la crescita di Francesca l’ha data suor Maria Salemi, conosciuta da tutti come la direttrice. «Per me suor Maria è stata davvero una mamma così come la personalità di padre Forno è stata fondamentale: mi hanno sostenuta senza farmi mai sentire l’assenza di quelle figure che erano venute a mancare nella mia vita». «La direttrice - le fa eco suor Iole La Monica - ha portato una ventata di contemplazione all’interno della Congregazione. Una contemplazione votata all’azione».

Attraversando i diversi ambienti vissuti quotidianamente dalle Figlie di Maria Santissima Corredentrice ci siamo imbattuti in un quadro di Kandinsky: «Si sorprende? - ci dice sorridendo suor Carolina Nostro - non dovrebbe: la direttrice Salemi ha sempre chiesto che ci fossero tracce di bellezza nelle nostre case famiglie. I ragazzi devono educarsi al bello, saperlo riconoscere».

In effetti i colori la fanno da padrone: il teatro, intitolato alla memoria della giovanissima Valeria Morabito, è il baricentro delle attività dell’oratorio (di cui parleremo più dettagliatamente in un altro articolo in questa pagina).

I muri sono stati dipinti dagli stessi ragazzi che vivono a Villa Bethania: un modo per tirare fuori l’interiorità e provare a cooperare per rendere “migliore” un ambiente comune. Anche questo è educare, accogliere, sostenere: tre parole-chiave nella quotidianità delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice.

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