Avvenire di Calabria

Venerdì si terrà l'ultimo incontro preparatorio in vista dell'evento del 13 maggio

Festa dei Popoli, la città a lavoro per celebrare l’intercultura

Bruno Mioli

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Venerdì 4 maggio le dodici comunità etniche, che daranno vita fra pochi giorni alla Festa dei Popoli, si incontreranno per l’ultimo ritocco alla celebrazione di questo evento che intende coinvolgere, assieme ai nostri concittadini, i migranti di ogni credo, lingua e colore, presenti nella nostra città. Per tradizione si sceglie quest’ultimo scorcio del periodo pasquale perché Ascensione e Pentecoste esprimono l’aspirazione più profonda di ogni cuore umano alla pace, alla concordia, alla fraternità universale, manifestazione del disegno divino di fare di tutti i popoli l’unico Popolo di Dio.

Veramente anche in questo 2018 si era tentati, come negli ultimi anni, di interrompere l’ormai consolidata tradizione, date le forti riserve e le accalorate contestazioni sui flussi immigratori provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo, che persistono non in base a un’ordinata programmazione ma quale fuga disperata, in particolare dalla Libia, in preda all’irrefrenabile istinto di sopravvivenza.

Sono dunque ormai fuori luogo e fuori tempo queste manifestazioni festose? Hanno poco da festeggiare oggi queste comunità straniere? Anzi, sono proprio loro ad esprimere un parere decisamente diverso e a rovesciare il ragionamento: proprio perché siamo dentro a un’acuta crisi non solo economica, facciamoci coraggio tra di noi, attingiamo a tutte le nostre risorse morali e spirituali, per alimentare non l’illusione ma la speranza che in fondo al tunnel può esserci la luce. E così si è deciso di rimboccare le maniche e incamminarci verso l’ormai quindicesima edizione della Festa, magari semplificando la manifestazione, riducendola ad esempio al pomeriggio e rinunciando alla sfilata iniziale per le vie del centro.

Ci concentriamo dunque in Piazza S. Agostino, dove viene allestito il palco con tutto attorno tanti gazebo quante sono le comunità migranti, ognuna delle quali vi espone qualcosa di caratteristico del proprio Paese. Sono dodici le etnie, compresa quella italiana perché la festa è l’incontro di questa variopinta molteplicità di popolazioni tra di loro e con quella di Reggio, in vista di una sempre maggiore integrazione reciproca. Perciò festa, allegria, folklore ma di alto valore civile, morale ed anche religioso. E’ significativo il titolo dato quest’anno alla festa: Apriamo Orizzonti!

Il tutto si svolgerà il prossimo 13 maggio, nel pomeriggio dalle ore 16.00 ad esaurimento del programma previsto per le 18.00; precede alle 15.00 nella chiesa di S. Agostino la celebrazione eucaristica con espressioni plurietniche da parte delle comunità presenti.

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