Avvenire di Calabria

L'8 settembre è la Giornata internazionale dell'alfabetizzazione, una ricorrenza istituita il 17 novembre 1965 dall'Unesco

Funzionale, digitale e emozionale, le sfide dell’alfabetizzazione

Un tema che oggi può apparire distante da noi, ma così non è. L'alfabetizzazione 4.0 si declina in funzionale, digitale ed emozionale

di Redazione Web

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L'8 settembre è la Giornata internazionale dell'alfabetizzazione, una ricorrenza istituita il 17 novembre 1965 dall'Unesco. Un tema che oggi può apparire distante da noi, ma così non è. L'alfabetizzazione 4.0 si declina con tre aggettivi: funzionale, digitale ed emozionale.

I nuovi processi di alfabetizzazione

Se si prendesse con più serietà in esame il tema dell'alfabetizzazione multiforme (funzionale, digitale ed emozionale) probabilmente si capirebbe molto di più del mondo che ci circonda. Dall'antipolitica agli haters, dalle violenze postate sui Social all'incapacità di vivere in relazione. Le responsabilità sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno vuole vederle.

Cosa intendiamo per alfabetizzazione funzionale?

Dizionario alla mano, l'alfabetizzazione funzionale è il «livello di conoscenza della scrittura che permette di comprendere e di produrre almeno un breve e semplice testo relativo a questioni di vita quotidiana».

Sembra un'acquisizione collettiva che potrebbe dare per scontata, ma così non è. L’analfabetismo funzionale in Italia rimane a livelli altissimi. Lo confermano i dati più attendibili, quelli dell’indagine Piaac-Ocse del 2019, l’ultima disponibile sulla materia. Secondo la classifica, in Italia circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Uno dei dati peggiori d’Europa, secondi solo alla Turchia


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Per arginare il fenomeno dell'analfabetismo funzionale occorre innanzitutto restituire il giusto valore a due attori fondamentali: la famiglia e la scuola. Un primo utilissimo passo è realizzare un'analisi delle proprie abitudini e di quelle connesse al proprio nucleo familiare. Poche semplici domande, le cui risposte permettono di tracciare un primo quadro della situazione: spendiamo del tempo a leggere? 

La scuola è il luogo in cui l'analfabetismo funzionale si manifesta in modo massiccio ed evidente. Molti professori lamentano l'impossibilità di portare avanti in maniera adeguata le lezioni proprio per le difficoltà di comprensione che hanno gli alunni. Infatti, quando viene a mancare l'abilità di ricostruire il significato di un testo, tramite il contributo e l'unione di quelle che sono le informazioni e le nozioni già presenti in memoria, diventa difficile anche comprendere la traccia di un tema scolastico o il quesito di un problema.

Per fortuna, però, la didattica ha mille risorse che permettono di contrastare il fenomeno dell'analfabetismo funzionale. Il mix giusto è una combinazione equilibrata di metodologie classiche e più innovative. Dal bagaglio tradizionale della scuola, ad esempio, vale la pena di ritirare fuori, di tanto in tanto, vecchie abitudini come i riassunti e le sintesi, che aiutano il ragazzo a selezionare le informazioni, a comprenderle fino in fondo e poi a ricomporle in un testo nuovo. Dall'altra parte, invece, anche gli strumenti digitali possono fornire un valido supporto ai docenti. Ma su questo aspetto ci torneremo più avanti.

Quale è la situazione in Calabria?

Negli anni scorsi, l'Unical ha portato avanti un'indagine sull'analfabetismo funzionale in Calabria. Il dato che emrge è grave: la Calabria detiene il record in questa graduatoria di deficit culturale con il 15,2% di analfabetismo funzionale per il sesso femminile e il 10,9 % per quello maschile; in pratica 243.466 persone pur avendo le capacità di leggere e scrivere sono prive di molte competenze nella vita quotidiana.


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Cos'è l'alfabetizzazione digitale?

Anche in questo caso ci facciamo aiutare dal dizionario; l'alfabetizzazione digitale è «l'abilità di individuare, comprendere, utilizzare e creare informazioni utilizzando tecnologie informatiche. Tale capacità è riferita sia all'ambito strettamente tecnico, sia all'utilizzazione corretta, legittima ed efficiente di contenuti digitali».

Secondo l'Ocse, l'Italia quartultimo paese europeo per alfabetizzazione digitale. Addirittura, il 30% della popolazione non utilizza Internet, il che ci sposta in un segmento ancora peggiore, quello degli analfabeti funzionali dal punto di vista digitale.


PER APPROFONDIRE: Come valorizzare l’alleanza educativa tra genitori e docenti


I dati emersi certificano come il 31% degli italiani non utilizza Internet; il 13% degli italiani utilizza l’online per le procedure amministrative (media UE: 30%); in Italia l’8% delle PMI vende anche online, in Germania il 23% e il 40% dei dipendenti di imprese private italiane non sa utilizzare bene i software da ufficio (Office, CSM, CRM e così via).

L’obiettivo target fissato per il 2030 è l'80% di cittadini (utenti di Internet negli ultimi 3 mesi e tra i 16 e i 74 anni) con competenze digitali almeno di base (per tutti i 5 domini individuati dal framework 2.0, ossia “alfabetizzazione all'informazione e ai dati”, “comunicazione e collaborazione”, “creazione di contenuti digitali”, “sicurezza” e “risoluzione dei problemi”).

La nuova frontiera: l'alfabetizzazione emozionale

L'alfabetizzazione emozionale consiste «nell’insegnare cosa sono le emozioni, a cosa servono, come si esprimono e come gestirle in modo consapevole. È cioè insegnare a capire se stessi e gli altri sul piano emotivo».

L’intelligenza emotiva, a differenza del QI, può essere potenziata in ogni fase della vita. Tende ad aumentare in proporzione alla consapevolezza degli stati d’animo propri e degli altri, al contenimento delle emozioni che provocano sofferenza, al maggiore affinamento dell'ascolto e della sensibilizzazione empatica. È la conferma che anche le reazioni emotive più radicate hanno la possibilità di essere rimodellate.

Anche la scuola inizia a fare la sua parte. L’alfabetizzazione emozionale, infatti, è un tipo di intervento educativo sempre più diffuso attraverso il quale si promuove il benessere socio-emozionale dell’individuo. Ciò avviene grazie all’insegnamento di abilità che aumentano la resistenza dell’individuo di fronte ai problemi cognitivi, sociali ed emotivi affinché egli riduca al minimo comportamenti disadattativi. Si tratta di sviluppare le abilità di saper esprimere e saper riconoscere le proprie ed altrui emozioni ed imparare a gestirle con competenza ed intelligenza emotiva.

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