Avvenire di Calabria

Gallico ricorda monsignor Scopelliti. Il racconto di un sorteggio e le visite del vescovo “tornato da lontano”

Una provvidenziale estrazione gli permise di affrontare gli studi ecclesiastici. Andò a Palestrina, nell'Istituto dei Padri Trinitari

di Oreste Arconte

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Prima dell’alba di domenica 22 ottobre 2023, alle ore 4:09 presso l’Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, dove era ricoverato da qualche giorno, monsignor Antonino Scopelliti vescovo emerito della diocesi di Ambatondrazaka, Madagascar, ha reso l’anima a Dio. Nella Cappelletta dedicata a San Giovanni Paolo II, presso il Seminario Arcivescovile Pio XI, è stata allestita la camera ardente dove tanti fedeli, amici, e soprattutto Gallicesi sono andati a rendere omaggio, a pregare e dare l’ultimo saluto al primo vescovo missionario reggino. Oggi in Cattedrale a Reggio Calabria alle ore 17, l’arcivescovo mons. Fortunato Morrone celebrerà la messa esequiale.


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Appresa la notizia della sua morte la mia testa si riempì di ricordi e tanti episodi, come in un film prendevano corpo nella mia mente. In questi ricordi non potevano, primi fra tutti, non entrare altri due protagonisti: la N.D. Angelina Doldo Frisina, che per anni, fino alla sua morte, presidente dell’Opera S. Vincenzo de Paoli, pagava la retta di un seminarista gallicese della parrocchia di San Biagio. In quell’anno, non so bene quale, i concorrenti erano due che aspiravano a diventare sacerdoti, Nino Scopelliti, il figlio del fabbro Francesco e di Angela Bilardi, casalinga e Gaetano Arconti, il Figlio di Rosario detto Giovanni u Salinotu e Filippa Polimeno detta a Peddharota.

Si fece il sorteggio e la sorte ha premiato Nino che scelse all’età di 12 anni di entrare all’Istituto dei padri trinitari a Palestrina, Roma. Ma il Signore non sceglie a caso. Dopo il liceo, il giovane seminarista gallicese trascinato dalla forte vocazione missionaria ha voluto completare i suoi studi di filosofia e di Teologia all’Istituto Propaganda Fide, l’Università romana che prepara i missionari, sacerdoti e religiose, per l’Africa.

Gaetano Arconti, completati gli studi di Geometra, incoraggiato da don Demetrio Fortugno, parroco di S. Biagio, intraprende gli studi di Teologia per corrispondenza e con Pina De Lorenzo si uniscono nel sacramento del matrimonio.

Il 18 dicembre 1965 padre Nino Scopelliti viene ordinato sacerdote da monsignor Francesco Vollaro, vescovo missionario Trinitario in Madagascar e l’anno dopo, dicembre 1966 parte missionario per l’isola africana dove, dopo per 25 anni ha lavorato accanto al vescovo che l’ha ordinato sacerdote. Il 5 maggio del 1991, monsignor Vollaro ordina padre Scopelliti vescovo Coadiutore con diritto di successione. Così quando il vescovo titolare si ritira per raggiunti limiti di età, il 6 marzo 1993 padre Antonio Scopelliti subentra nella Cattedra della Diocesi di Ambatondrazaka, come vescovo titolare.

Parallelamente Gaetano Arconti divenuto sindacalista dei ferrovieri fu eletto nel 1971 nel Consiglio d’Amministrazione della Ferrovie dello Stato e negli anni ’80 divenne Segretario Generale del SAUFI CISL e successivamente Segretario Generale della FIT Cisl da lui fondata. Finito il mandato sindacale, Arconti, nel 1993 dal Ministro dell'Economia e del Tesoro, con parere favorevole del Parlamento, fu nominato Presidente della Fondazione BNC. Ed ecco che le strade dei due gallicesi per volontà di Nostro Signore si incrociano perché il bene e la carità si esercitano a favore dei popoli più sfortunati. Infatti, Arconti tramite la Fondazione BNC che presiedeva ha finanziamento nella diocesi Ambatondrazaka-Madagascar un progetto che prevedeva la realizzazione di laboratori di formazione per operatori nel campo dell'edilizia richieste dal Vescovo missionario Antonino Scopelliti. Tale collaborazione durò per tutto il tempo che Gaetano ricoprì la carica di presidente della Fondazione della Banca dei Ferrovieri d’Italia. I progetti del Signore sono veramente misteriosi ma anche affascinanti perché imprevedibili.

Ma torniamo a Mons. Scopelliti. Grazie a Lui il Seminario Diocesano di Reggio Bova è divenuto un Seminario Internazionale. Nel Seminario reggino da decenni vengono formati decine di sacerdoti malgasci, del Centro Africa e dell’Europa dell’Est. Mons. Scopelliti amava definirsi “Jaddhicotu”, infatti, tutte le volte che veniva in Italia per le sue visite “ad limina” a Roma non poteva mancare la visita alla sua Gallico, ospite dei parenti Bilardi-Scopelliti.

La sua presenza era sempre una festa per la comunità parrocchiale di S. Biagio. «Sembra retorico - disse il presule malgascio in una intervista raccolta da Debora Buta per il mensile Nuovo Giangurgolo - ma la madre terra dà la vita; la prima boccata d’aria che si respira, prima della prima poppata, porta subito dentro di se tutto quel bagaglio di ricchezze culturali e religiose che l’ambiente natio contiene. Questi valori acquisiti alla nascita rimangono dentro di noi indelebili e ce li portiamo ovunque siamo ed operiamo. Ogni volta che torno a Gallico ritrovo la mia infanzia, ritrovo me stesso e nonostante i tanti malanni africani ogni volta mi sento rinascere».

Il Lions Club di Reggio Calabria a luglio del 2001 ha conferito a monsignor Antonino Salvatore Scopelliti, il Premio “Bergamotto d’oro” al merito umanitario e religioso. Il quella occasione il professore avvocato Michele Salazar, nella sua relazione ha scritto: «Stasera non stiamo conferendo un premio ad un nostro conterraneo, ma un riconoscimento. Riconoscimento e non premio perché stasera tutti noi ci stiamo riconoscendo in monsignor Scopelliti. Stiamo guardando in Lui noi stessi, e nei nostri fratelli africani quello che tutti quanti già siamo».

Amico, esempio di umiltà, di fede e di carità, ora che riposi fra le braccia di Dio Padre in Paradiso, prega per la comunità reggina, per la tua Gallico che tanto hai amato e per la pace nel mondo.

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