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Il progetto “Garanzia giovani”, concepito dall’Ue per fronteggiare gli elevati tassi di disoccupazione giovanile, a sostegno di chi tra i 15 ed i 29 anni “non era impegnato in un’attività lavorativa né inserito in un corso scolastico o formativo”, ha “compiuto progressi limitati e conseguito risultati che non rispecchiano le aspettative iniziali”. La bocciatura è solenne. E giunge da un organo super partes, addirittura la Corte dei Conti europea.
“Gli auditor della Corte si sono recati in Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Slovacchia. Questi Stati membri hanno registrato progressi nell’attuazione della Garanzia per i giovani e raggiunto alcuni risultati. Nessuno di essi, tuttavia, aveva provveduto affinchè tutti i giovani ne occupati, ne impegnati in un percorso di studio o formazione avessero l’opportunità di ricevere un’offerta entro quattro mesi”.
L’estensore della relazione, Iliana Ivanova, è stata esplicita: “al termine del primo semestre 2016, oltre 4 milioni di giovani sotto i 25 anni erano ancora disoccupati. I responsabili delle politiche dovrebbero fare in modo che i programmi volti ad aiutare i giovani non suscitino aspettative che non possono essere soddisfatte”.
La Corte dei Conti europea è andata oltre, formulando una serie di “raccomandazioni rivolte alla Commissione europea ed agli Stati membri”, così sintetizzate: gestione delle aspettative fissando obiettivi realistici e raggiungibili; valutazioni delle carenze e analisi di mercato prima di porre in essere i sistemi previsti; miglioramento del monitoraggio e reporting. I prossimi mesi saranno decisivi.
Frattanto la regione Calabria è scesa in campo con un’altra iniziativa, questa volta rivolta ai giovani studenti, con esito (è auspicabile) migliore rispetto ad un recente passato. Il fine è “di favorire l’occupazione giovanile puntando sull’integrazione tra scuola e lavoro. La ricetta è quella già applicata con successo in Germania e nei Paesi del Nord Europa: un rapporto continuativo e organico tra i sistemi dell’istruzione, della formazione professionale e del mercato del lavoro. Ovvero tra mondi che, fin qui, si sono parlati poco”.