Avvenire di Calabria

A Trabocchetto, nei locali della Fondazione “La Provvidenza” un nuovo spazio per bambini

Reggio Calabria, nasce “Il giardino dei colori”

Intervista alla presidente Bottari: «Questa iniziativa è un dono per il rione e i piccoli di tutto il territorio»

di Davide Imeneo

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La Fondazione “La Provvidenza” di Reggio Calabria è stata protagonista del progetto “Coltiviamo i quartieri” finanziato con i fondi del Pon Metro 2014-2020. Tra le tante iniziative scaturite dal progetto c’è la nascita del “giardino dei colori” presso la struttura della Fondazione sita nel rione “trabocchetto” di Reggio Calabria.


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La presidente de “La Provvidenza”, Sara Bottari, spiega che «Il giardino dei colori rappresenta un dono al quartiere e soprattutto ai bambini sia dei centri nostri che del territorio limitrofo. Rappresenta una proiezione verso un nuovo impegno per la nostra città: i colori sono fuori ma anche dentro di noi se guardiamo con ottimismo il futuro delle nuove generazioni».

Il progetto di valorizzazione dei quartieri che risultati ha dato?

I risultati ci sono perché tanta gente ha scoperto la realtà di trabocchetto sconosciuta ai più. Oggi la strada per arrivare da noi l’hanno percorsa in tanti ma non è ancora abbastanza. Noi vorremmo contagiare altre persone e altri quartieri per rendere più vivibile la nostra città.

Da sempre siete impegnati nelle opere di riscatto sociale e di prevenzione del disagio giovanile, quali sono le nuove sfide di questo tempo?

Per noi la sfida più importante è quella culturale. Vorremmo trasmettere interesse per la storia del quartiere ma, partendo da questa realtà, allargare alla storia più in generale e dare ai giovani buoni motivi per impegnarsi nello studio e non abbandonare la scuola.

Quali sono i servizi che, secondo voi, la pubblica amministrazione dovrebbe garantire in riva allo Stretto? Come muoversi in prospettiva?

I servizi sono carenti. Bisognerebbe rivolgere attenzione alle famiglie, un particolare a quelle in difficoltà economiche e/o sociali. Potenziare gli interventi sui genitori e sui ragazzi anche in forma di servizi domiciliari. Ripristinare servizi di trasporto e di accompagnamento alle attività sportive. Vigilare sui comportamenti scorretti e coadiuvare docenti ed educatori nei loro compiti spesso difficili. Potrei aggiungere la presenza di figure quali psicologi e pedagogisti nelle scuole. Anche la Chiesa potrebbe partecipare al cambiamento offrendo occasioni di formazione e riflessione nei propri ambienti.

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