
Gioia Tauro, «Il porto cresce ma la burocrazia frena gli investimenti»
Alla vigilia della visita del viceministro Rixi, il Sul Trasporti accende i riflettori sul futuro del mega porto del Mediterraneo.
Non conosce sosta l'azione di contrasto al narcotraffico internazionale ad opera della Guardia di Finanza di Reggio Calabria presso la banchina del porto di Gioia Tauro. Nemmeno quarantotto ore dopo il sequestro dei trolley destinati ad Alessandria d'Egitto contenenti lo stupefacente, questa volta sono stati “presi di mira” dieci borsoni al cui interno vi erano duecento panetti di cocaina purissima per un carico totale di 216 chilogrammi equivalente – ad un valore economico - di oltre quaranta milioni di euro da piazzare sul mercato dello spaccio degli stupefacenti. Si tratta del terzo maxi-colpo inflitto all'asse criminale tra narcos e 'ndrine nell'ultimo mese: quasi una tonnellata di cocaina è stata, infatti, sequestrata nelle prime due settimane di settembre dalle Fiamme Gialle. Merito delle tecniche investigative notevolmente affinate come dimostra la capacità di intercettare i carichi che viaggiano con la tecnica del “rip-off” ossia mediate delle voluminose valigie o borsoni di facile trasportabilità una volta giunti nell'area di scarico dei porti. Anche in questo caso il container sequestrato dai funzionari della Guardi di Finanza italiana era partito dal Sud America e conteneva – ufficialmente - soltanto sacchi di gomma in granuli.
Alla vigilia della visita del viceministro Rixi, il Sul Trasporti accende i riflettori sul futuro del mega porto del Mediterraneo.
Crescita del traffico container, nuovi investimenti e sfide affrontate con successo per lo scalo calabrese.
Nei prossimi giorni ci sarà un’altra tappa per la definizione dell’iter di costituzione dell’impresa che si occuperebbe di fornire manodopera nei periodi di “picchi di lavoro”