Avvenire di Calabria

Dal flash mob alle prospettive, alle normative europee, ma anche le prospettive di sviluppo

Gioia Tauro, politici e cittadini fanno quadrato: «Il Porto va difeso»

Il dibattito attorno all'infrastruttura alimenta campagna elettorale e preoccupazioni

di Redazione Web

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La nuova direttiva Ue che introduce tasse a chi usa combustibili fossili sulle navi del Mediterraneo rischia di penalizzare grandi porti di transhipment come Gioia Tauro a vantaggio di altre realtà che si affacciano sullo stesso mare, ma di Paesi non appartenenti all'Unione europea.

Verso le europee del 2024, Porto di Gioia Tauro al centro dell'agenda politica

È il tema che più di ogni altro in Calabria sta spingendo il dibattito, creando argomenti, in vista delle elezioni europee che si disputeranno a giugno del prossimo anno.

Questo fino al punto di spingere politici di ogni schieramento e livello, amministratori locali, Autorità Portuale, operatori portuali, imprenditori, ma anche semplici cittadini a scendere in piazza e schierarsi tutti dalla stessa parte. La dimostrazione la si è avuta ieri, in occasione del flash mob organizzato davanti al gate portuale. Lo scopo: chiedere all'Unione europea di rivedere la direttiva "ambientalista".


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A chiedere alla Commissione europea, per tramite del governo nazionale, di rivedere la direttiva, fra gli altri il presidente della Regione Occhiuto che ha anche assicurato: «Da Palazzo Chigi mi è stato detto che esistono spiragli».

Se difendere l'ambiente è un dovere, questo «non va fatto stupidamente, ma in maniera intelligente. Se non si interverrà per correggere questa norma le navi passeranno dal Mediterraneo inquinando lo stesso ma spostando le merci su altri porti. Lo dobbiamo impedire», ancora Occhiuto.

Il grido di lavoratori e imprenditori: «Se chiude il porto chiudiamo anche noi»

Davanti ai cancelli del porto numerose delegazioni di portuali: i dipendenti dei due terminalisti di Mct e di Automotive Gioia Tauro, quelli delle società esterne, i manutentori, le società di servizi portuali e marittimi e tanti cittadini preoccupatissimi per quello che sta accadendo. Ha partecipato anche una nutrita delegazione dei dipendenti del gruppo Callipo che a Gioia Tauro ha lo stoccaggio del tonno lavorato nello stabilimento di Maierato. «Se chiude Gioia Tauro - ha detto Pippo Callipo - chiuderà anche la nostra azienda perché ci verrà meno il polo logistico di importazione del tonno».


PER APPROFONDIRE: Gioia Tauro, il Governo punta sul Rigassificatore


Al flash mob organizzato dall'Autorità di sistema portuale guidata da Andrea Agostinelli, tanti politici di vari schieramenti tra i quali i deputati Arruzzolo, Cannizzaro e Minasi, l'eurodeputato Grant, consiglieri e assessori regionali.

Nessun comizio, ma un grande presidio che è servito, come ha ricordato Agostinelli, a far capire al Governo e all'Europarlamento le contraddizioni di una norma che mette a rischio gli scali italiani ed europei favorendo quelli del Nord Africa, senza ridurre alcun effetto inquinante. Una manifestazione che è stato un segnale del crescente malcontento che si registra in Calabria e non solo.

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