Avvenire di Calabria

Un'occasione per riaccendere i riflettori sulla necessità di valorizzare e tutelare un bene prezioso per l'intera umanità

Giornata dell’acqua, dalla Calabria un invito a una gestione più attenta della preziosa risorsa

L'invito di Legambiente: «Anche l'Italia chiamata a fare la propria parte, in Calabria necessaria una gestione più oculata della risorsa idrica»

di Redazione Web

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La Giornata mondiale dell'acqua è occasione per riaccendere i riflettori sul valore che la preziosa risorsa idrica ha per l'intera umanità. Anch'essa, però, come i popoli del pianeta minacciata da guerre e conflitti. È un forte messaggio di pace quello che quest'anno si muove attorno all'acqua, con un invito forte che giunge anche dalla Calabria.

Giornata mondiale dell'acqua, la risorsa idrica come strumento di stabilità e pace

L’acqua come ponte verso la pace piuttosto che fonte di conflitto. È l’appello che lanciano Legambiente e UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati)con il focus “Acqua, conflitti e migrazioni forzate: la corretta gestione delle risorse idriche come strumento di stabilità e pace” (tratto dal report “Un’umanità in fuga: gli effetti della crisi climatica sulle migrazioni forzate”) presentato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2024 (World Water Day) che si celebra oggi, quest’anno dedicata proprio al tema della risorsa idrica come strumento di pace.


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La crisi idrica globale, diretta conseguenza della crisi climatica (che si manifesta con l’intensificarsi di eventi meteorologici estremi, come siccità, alluvioni e tempeste) e della gestione insostenibile delle risorse idriche,rappresenta una minaccia per il Pianeta ma anche per la pace. Infatti, la gestione e il controllo delle risorse idriche porta sempre di più all’aggravarsi di tensioni e conflitti nelle aree più vulnerabili del mondocon impatti violenti sul futuro delle popolazioni, costrette a fuggire, talvolta verso insediamenti o campi esposti a gravi rischi climatici e dove è sempre più difficile fornire servizi idrici e igienico-sanitari.

Risorse idriche, cosa accadrà fra qualche anno?

In base a quanto contenuto nel secondo rapporto Groundswell della Banca Mondiale, si prevede che entro il 2050 circa 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a migrare a causa degli impatti climatici, tra cui lo stress idrico. Tra le parti del mondo più colpite il Corno d’Africa: soloin Somalia nel 2023, secondo le stime dell'UNHCR, la più grande siccità degli ultimi 40 anni e le inondazioni, combinandosi con situazioni di conflitto e insicurezza, hanno causato quasi 3 milioni di nuovi spostamenti forzati all'interno del Paese.

Tornando ai conflitti, tra il 2000 e il 2023 sono stati ben 1.385 quelli legati alla gestione della risorsa idrica (fonte Pacific Institute). Tra questilaguerra civile siriana scaturita, oltre che da tensioni religiose, sociali e politiche, dalla scarsa disponibilità idrica esasperata da un lungo periodo siccitoso (dal 2007 al 2010) e i conflitti nella regione africana del Sahel tra agricoltori e pastoriper questioni di uso del suolo e di accesso alle risorse idriche, esacerbati dai lunghi periodi siccitosi, violente piogge e inondazioni. Alla luce di questo è urgenteuna cooperazione internazionale nella gestione sostenibile delle risorse idriche.  Infatti, secondo l’ONU, seppure 3 miliardi di persone nel mondo dipendano dall'acqua che attraversa i confini nazionali, appena 24 Paesi su 153 dichiarano di avere accordi di cooperazione per l'acqua condivisa. 

Anche l'Italia chiamata a fare la propria parte

La sfida di una corretta gestione dell’acqua non riguarda solo i paesi con economie in via di sviluppo ma anche quelli con economie sviluppate, dove si aggravano gli effetti della crisi climatica. Anche l’Italia, che nel corso del 2023 ha registrato un incremento del 22% degli eventi meteorologici estremi rispetto all'anno precedente e chedal 2010 al 31 dicembre 2023 ha contato su 1.947 eventi meteorologici estremi ben 1.168 con protagonista la risorsa idrica(dati aggiornati Città Clima Legambiente), è chiamata a fare la sua parte.


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, servizio idrico: il personale di Castore passerà a Sorical


Per questo Legambiente torna a ribadire l’appello al Governo di accelerare sull’attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e delle relative risorse economiche necessarie, partendo da: una cabina di regia e una governance unica e integrata dell’acqua per risolvere le inefficienze ed ottimizzare i prelievi e gli usi;  assicurare la buona qualità e la sicurezza dell’acqua per uso potabile, come richiesto dalla direttiva europea 2020/2184 sulle acque destinate al consumo umano, aggiornando i limiti per alcuni inquinanti, aggiungendo altri contaminanti (PFAS e microplastiche) e promuovendo un sistema di monitoraggio che consideri tutta la catena di approvvigionamento dell’acqua potabile e che si basi sul rischio; una progettazione e pianificazione integrata e di qualità per ridurre gli usi della risorsa e prevenire l’inquinamento, assicurare una buona qualità in uscita dagli impianti che sia adeguata agli usi per un corretto riutilizzo in agricoltura e nell’industria.

Il Calabria necessaria una gestione più oculata della risorsa idrica

«La crisi climatica sta colpendo in maniera diretta e grave la nostra regione – spiega Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria - in particolare con l’intensificazione di fenomeni legati all’acqua, che comportano danni ingenti connessi da un lato a piogge intense, dall’altro lato a siccità e incendi».


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«Si tratta di effetti resi più devastanti dall’abusivismo edilizio e da insensati modelli di urbanizzazione - continua Parretta - oltre che dalla mancata cura degli ecosistemi. La Calabria vive quotidianamente un’errata gestione della risorsa idrica a partire dalle reti di distribuzione per usi civili in cui sono altissimi i fenomeni di dispersione. Sotto un altro profilo, la Calabria, per la sua posizione geografica, è in prima linea nelle migrazioni ambientali di intere popolazioni, generate dai cambiamenti climatici e dalla scarsa disponibilità di acqua potabile e vive sino in fondo, con empatia, ma anche con senso di impotenza,  il peso delle tragedie umane che ne derivano».

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